Siamo un gruppo di persone inaffidabili. Amiamo sparire per lunghi periodi, senza dire niente, e riusciamo a far perdere la pazienza persino agli amici più tenaci! Se fossimo un supereroe, potresti chiamarci L’Invisibile ;).
Ci sono persone fatte cosà e persone fatte così. Inaffidabili, vero, ma anche profondamente leali al punto da non sparire mai completamente. Al punto da tornare sempre, prima o poi. E noi dove torniamo sempre, alla fine di ogni nostro solitario pellegrinaggio? Ebbene proprio qui, tra le mura in carta dell’Imbrattacarte. 🙂
Snobbiamo la scrittura per mesi, come se fosse l’ultima cosa al mondo capace di riscuotere il nostro interesse, le resistiamo caparbiamente investendo tempo ed energie in altre attività… eppure il piacere di scrivere permane come nota di sottofondo, come il canto delle sirene ci richiama a sé. Ti è mai capitato? Ami scrivere, vorresti farlo con costanza ma è come se ci fosse qualcosa a impedirtelo, una sorta di campo di forza che ti scaraventa lontano ogni volta che tenti di oltrepassarlo? O perlomeno così sembra finché non chiudi gli occhi, fai un paio di respiri profondi e ti lasci andare. Segui la corrente, direbbe il Saggio. E così facciamo noi, seguiamo la corrente della scrittura e torniamo qui perché è proprio qui che vogliamo stare, in mezzo alle parole. È questa la nostra pietra da scolpire, il pezzo di creta da modellare, l’impasto da trasformare in pane o pizza, la stoffa da tagliare e cucire in un vestito su misura.
Alcuni sanno già quello di cui scriveranno quando si confrontano con il foglio bianco, altri no ma in un modo o nell’altro la musa arriva e ci si innamora nuovamente di quel magico momento in cui siamo solo noi e lei, l’ispirazione. La scrittura è un richiamo a cui è difficile negarsi quando proviene da un luogo misterioso dentro di noi, un luogo che neppure sappiamo bene com’è, ma è lì, c’è sempre e ci aspetta.
E allora di che cosa vogliamo scrivere oggi? Vagabondando tra le nostre letture estive, tre sono gli argomenti che hanno attirato la nostra attenzione, e di uno ti abbiamo già accennato poco fa. Li abbiamo sintetizzati nel titolo di questo post: Resistenza, Esercizio, Possibilità.
Riprendiamo subito il filo interrotto legato alla Resistenza, mentre dedicheremo un altro post all’Esercizio e alla Possibilità. Pronto? Bene! Seguiamo la corrente…
Signora Resistenza
Se anche tu, come noi, di tanto in tanto ti trovi faccia a faccia con l’imperturbabile signora Resistenza, bè ti consigliamo un ottimo libro che quest’estate ci ha tenuto compagnia nei nostri pellegrinaggi: si tratta di The War of Art di Steven Pressfield. Purtroppo non è stato tradotto in italiano, ma se l’inglese per te non è un grosso problema lo trovi facilmente in ebook.
È un libro è divertente, illuminante, imperdibile. Insomma ci ha letteralmente catturati! Presenta il fenomeno della “resistenza” in modo nuovo e acuto ed è utile soprattutto per chi non è un veterano della scrittura.
Come scrive l’autore:
There’s a secret that real writers know that wannabe writers don’t, and the secret is this: It’s not the writing part that’s hard. What’s hard is sitting down to write. What keeps us from sitting down is Resistance.
Quindi, il difficile non risiede nella scrittura di per sé, ma nell’azione concreta, ovvero nel sedersi e mettersi a scrivere. Perché, dice Pressfield, uno scrittore scrive con il suo genio e la Resistenza è l’ombra di quel genio.
Cambiare punto di vista sulla resistenza che proviamo nei confronti di una passione, di qualcosa che ci piace ma non sembriamo mai abbastanza in vena per fare con costanza, può mostrarci nuove possibilità che mai ci saremmo sognati di immaginare.
Se la Resistenza da nemico si trasforma in messaggio da ascoltare, tutto cambia.
La Resistenza è una bussola che indica la via
Pressfield elenca le caratteristiche della Resistenza e tra queste te ne evidenziamo una: la Resistenza è infallibile.
Like a magnetized needle floating on a surface of oil, Resistance will unfailingly point to true North – meaning that calling or action it most wants to stop us from doing.We can use this. We can use it as a compass. We can navigate by Resistance, letting it guide us to that calling or action that we must follow before all others.Rule of thumb: The more important a call or action is to our soul’s evolution, the more Resistance we will feel toward pursuing it.
Ecco il punto: usiamo la resistenza come una bussola. Lasciamoci guidare perché più la sentiremo forte e più ci mostrerà qualcosa di fondamentale per il nostro benessere.
Non si tratta di darle la nostra attenzione di tanto in tanto, ma di un impegno costante, di una battaglia che deve essere combattuta daccapo ogni giorno.
Noi e gli altri
Un altro passaggio interessante del libro ci avverte che quando finalmente inizieremo a superare la nostra resistenza, ovvero incominceremo a scrivere, le persone accanto a noi potrebbero assumere comportamenti strani, accusandoci di essere “cambiati”, di trascurarli e via dicendo. Sembrerà quasi che stiano tentando di sabotarci e in effetti, scrive Pressfield, è proprio così, ma il motivo è quasi paradossale: loro stessi, infatti, attraverso di noi vivranno con maggiore struggimento la lotta contro la loro stessa resistenza, per cui noi diventeremo una sorta di monito per loro, come a dire: se ce la fanno loro, perché non posso farcela anch’io?
La resistenza è sempre in agguato e si attiva al minimo segnale di pericolo, al minimo cambiamento che rischia di stravolgere le nostre rassicuranti vecchie abitudini. In noi e in chi ci circonda. Così, non dimentichiamo mai che:
The best and only thing that one artist can do for another is to serve as an example and an inspiration.
Quello che facciamo per noi stessi influenza anche chi ci circonda. Possiamo essere un esempio e una fonte di ispirazione per chiunque.
Resistenza e paura, Resistenza e amore
Sperimentiamo la resistenza anche come paura per cui più paura proviamo rispetto a una specifica attività, più sicuri possiamo essere che quell’attività è importante per noi e per la nostra crescita. È proprio per questo motivo che proviamo così tanta resistenza.
Possiamo non essere pienamente consapevoli delle emozioni che ci trasmette il foglio bianco, e potremmo chiamare la nostra resistenza pigrizia, blocco dello scrittore, “ho cose più urgenti/importanti/divertenti da fare”, ma rimaniamo all’erta, potrebbero esserci altre motivazioni che ci tengono lontani dalla nostra passione. Lontani da quell’attività che ci illumina il viso quando ne parliamo, quell’amore che si sveglia con noi la mattina e ci accompagna a letto la sera anche se fingiamo che non ci sia, che sia stato dimenticato in qualche cassetto.
Resistance is directly proportional to love. If you’re feeling massive Resistance, the good news is, it means there’s tremendous love there too.
Paura, amore e resistenza: tutte variabili che fanno parte della stessa equazione. Più paura proviamo, più resistenza sentiamo, più amore ci suscita quell’attività, quella passione che ci tiene in scacco.
Detto questo, però, ricorda Pressfield, mai prendersi troppo sul serio, dimenticarsi del divertimento e puntare tutto sul successo. Perché più investiamo su qualcosa, più temiamo di perderla e più la resistenza si rafforza e ci paralizza. Per cui, come ogni vero professionista, siamo chiamati a porci come obiettivo non il successo di per sé, ma il riuscire a gestire noi stessi, e quello che si muove al nostro interno, con forza e costanza.
Pressfield ci ricorda che:
The professional loves her work. She is invested in it wholeheartedly. But she does not forget that the work is not her. Her artistic self contains many works and many performances.
Cambiare prospettiva
Sotto certi aspetti la visione di Pressfield è originale, a tratti eccentrica se vogliamo, ma ha il pregio di riportare l’attenzione al centro di noi stessi. Di farci guardare in faccia i blocchi di cui ci sentiamo vittime e di cambiare la nostra prospettiva. E se quei blocchi nascondessero ben altro? Se sotto sotto volessero mostrarci quanto forti, determinati e appassionati possiamo essere?
Se la scrittura ci chiama, se è il nostro daimon, quel demone che ci ha scelti per sé, allora forse val la pena rispondere alla chiamata. Senza dimenticarci che successo e fallimento non c’entrano nulla con il desiderio che proviamo di esprimere noi stessi attraverso questa arte. Vogliamo scrivere, amiamo scrivere, tutto il resto sarà come sarà.
We must do our work for its own sake, not for fortune or attention or applause.
Anche se poi un po’ di attenzione e qualche applauso non dispiace mai riceverli, ricordiamoci di non perdere di vista l’essenziale. Forse non lo vediamo perché vive dentro di noi: allora ci basterà spostare lo sguardo, puntarlo all’interno dove possa illuminare la nostra personalissima via, e lasciare che ci guidi proprio là dove la passione ci chiama.