Scritto da Pensiero Distillato Calendario Avvento

Il ventunesimo – 14 dicembre

Racconto “Il ventunesimo” – Quinta parte

Quando Estelle tornò a casa quella sera, suo padre era rincasato dal lavoro. Cenarono in silenzio, poi lui la prese da parte: «La mamma mi ha raccontato che non vuoi organizzare una festa per il tuo compleanno. Perché? È una bella idea.»
«Perché quest’anno non mi va, tutto qui», replicò Estelle decisa.
«Bè però lo potresti fare per tua madre, lei ci tiene molto.» Estelle rimase a fissarlo domandandosi, per la prima volta in vita sua, perché suo padre finisse sempre per giustificare Graziella.
«Ma io no», ribadì Estelle, «le ho detto che se vuole può organizzare una festa per conto suo, non per me.»
«Oh Estelle, ma insomma, che cosa ti costa dire di sì?»
Estelle guardò il padre dritto negli occhi, mentre lui distoglieva lo sguardo: «Mi costa tutto. È il mio compleanno, è una mia decisione e voglio essere libera di prenderla. Ripeto: non vi sto dicendo di non festeggiare se vi va, ma non usatemi come scusa.»
Il padre scosse la testa piano e se ne andò. Non c’era cattiveria, la sua era una ritirata: odiava i conflitti e l’unico modo in cui aveva imparato a sopportarli era lasciar perdere su tutto, anche sulle cose importanti. Non aveva mai imparato a dire no quando avrebbe dovuto, ma neppure i suoi sì erano davvero dei sì. Quando li pronunciava risultavano spesso asettici e privi di entusiasmo.

Rifugiandosi nella sua camera, Estelle percepì l’assenza della nonna come non si era concessa di fare da quando era morta. Si avvicinò alla scrivania per toccare qualcosa che le era appartenuto, qualcosa che ancora le parlava con la sua voce e si accorse che il cassetto era socchiuso: insospettita lo aprì e vide che il sacchetto di velluto blu era sparito. Com’era possibile? Ricordava bene di averlo riposto tra la scatola di pastelli e l’album da disegno. Disorientata, lo cercò ovunque nella stanza, ma senza successo. Poi un dubbio si fece strada in lei. Uscì decisa dalla stanza e si fiondò nel salotto.
«Mamma, hai visto il sacchetto con le carte della nonna?»
La madre era seduta sul divano, il padre accanto a lei intento a leggere il giornale. Graziella aveva lo sguardo fisso sulle immagini che scorrevano in tv. Nessuna risposta, così Estelle insistette.
«Erano vecchie e rovinate», rivelò infine Graziella in tono distratto.
«E allora? Cosa ne hai fatto?»
Sua madre continuava a fissare la televisione, ignorandola.
Estelle quasi urlò: «Cosa ne hai fatto?»
Il padre sollevò lo sguardo dal giornale e le ingiunse di abbassare la voce.
«Cosa ne hai fatto?» ripetè Estelle cupa.
«Le ho buttate.»

Buttate. Le carte della nonna. Buttate. Estelle si irrigidì, strinse le mani a pugno, le punte delle unghie corte si conficcarono nel palmo della mano. «Cosa?» sibilò prima di correre in cucina e poi in bagno. Rovistò in tutti i cestini, ma nulla. Non trovò nulla. Poi tornò in camera sua, aveva ancora una speranza. Si avvicinò titubante al cestino e le vide: il sacchetto blu sul fondo e le carte, sparpagliate e strappate, tutte. Le gambe dell’Appeso sovrapposte al corpo della Giustizia. Quegli occhi imperturbabili la stavano fissando. Estelle tuffò le mani nel cestino e riprese carte e sacchetto.
Si sedette alla scrivania e, come se si trovasse di fronte a un’antica pergamena da restaurare, ricompose il puzzle delle carte che erano appartenute alla nonna. Ogni parte di sopra ritrovò la sua parte di sotto. Tutte, anche la numero ventuno. Estelle la prese in mano quando ebbe finito: lo scotch le aveva ricucite, ma lei non avrebbe più potuto utilizzarle. «Oh nonna», mormorò Estelle prima di riporre le carte nel sacchetto blu. Le avrebbe conservate e messe al sicuro. Sua madre aveva superato il confine, ogni confine. Estelle non le avrebbe più concesso tutto quel potere su di lei. Non l’avrebbe più concesso a nessuno. Ora ho capito quello che hai sempre cercato di dirmi, nonna. Forse tardi, ma ora ho capito.

Racconto tratto da Fiabe Moderne di Lara Marzo

Nelle puntate precedenti…

Immagine in apertura di Nik

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Tag: Last modified: 15 Dicembre 2024