Scritto da Pensiero Distillato Calendario Avvento

Il ventunesimo – 15 dicembre

Racconto “Il ventunesimo” – Ultima parte

Dopo quella sera, Estelle non parlò più delle carte. Quando usciva le portava con sé, prima di addormentarsi le riponeva sotto il cuscino. Ogni tanto le estraeva dal sacchetto e le guardava, una a una. Aspettava ancora che le parlassero.
Poi una notte fece un sogno. Si trovava in una sorta di giardino e Agnese era seduta su una panchina in pietra. Era la stessa di sempre: i capelli ricci imbiancati, la pelle disegnata da mille mappe ancora da leggere, lo sguardo fiero e deciso di chi conserva intatto il proprio potere, in grembo Estelle vide che teneva un mazzo di carte, il suo mazzo di carte.
Agnese sorrise, poi le fece cenno di avvicinarsi, prese il mazzo in una mano, lo aprì a ventaglio davanti a sé e la esortò: «Pesca.»
Estelle fece un passo verso di lei, lo sguardo annebbiato dalle lacrime, e scelse una carta. La nonna la raccolse e le sue labbra si aprirono in un sorriso sdentato: «Oh ecco il mio vecchio amico!» Richiuse il ventaglio di carte e mostrò a Estelle quella rimasta fuori.

«Il matto?»
«Il matto, bimba mia. Ci racconta che sei pronta per un nuovo viaggio. Non mettere radici in un terreno non tuo. Parti, tutte le possibilità si aprono davanti a te.»
«Partire nonna? Ma per andare dove?»
«Oh, non importa e non devi neppure scegliere una meta. Puoi partire per andare alla ricerca della tua strada.»
«Non saprei dove, mi sembra tutto così difficile.»
La nonna rimise la carta nel mazzo.
«Non temere, l’ignoto può far paura, ma se guardi bene è il già conosciuto che spesso è più spaventoso ancora.» Estelle riconobbe l’allusione della nonna. La ferita sanguinava ancora.
«Nonna», disse poi, «domani è il mio compleanno. Vorrei tanto che tu fossi ancora qui. Avrei voluto festeggiarlo con te, solo con te.»
Agnese scosse la testa con dolcezza.
«Festeggialo con te, Estelle, solo con te. Ricorda: sei una regina, comportati come tale, sempre.»
«E non concedere il potere di renderti felice a un’altra persona», ripetè Estelle.
«E non vivere da mendicante», le ricordò Agnese.
«E sii per te stessa il meglio che puoi.»
«E siilo anche per gli altri, ma non farti usare per riempire i loro vuoti.»
Estelle ricambiò il sorriso della nonna e annuì.
«Domani è il tuo ventunesimo, bimba mia, buon compleanno.»
Poi la nonna cercò una carta nel mazzo e la porse a Estelle.
«È tua, non scordarlo mai.»
Estelle la prese e vide che era la carta del Mondo, la ventunesima carta.

I contorni della nonna e del giardino iniziarono a sbiadire finché Estelle si ritrovò nel suo letto, tutta sudata, ma in pace. Riaprì gli occhi: eccolo il suo giorno, il giorno in cui era nata ventuno anni prima.
«Grazie nonna», sussurrò ripensando al sogno. D’un tratto ricordò un dettaglio che le strappò un sorriso: la nonna indossava una piccola tiara.
La stessa che, tanti anni prima, sfogliando una rivista femminile, aveva additato sulla foto di una principessa dichiarando: «Ecco, mi piacerebbe indossarne una, anche solo per una volta, mi sentirei proprio una regina.»
Estelle era scoppiata a ridere nel sentire quel bizzarro desiderio della nonna ma ora, al contrario, ne comprendeva la natura: ora anche lei avrebbe voluto indossarne una, anche solo per un giorno, per sentirsi regina. O forse no, riflettè quella mattina, mentre le prime luci dell’alba si facevano strada attraverso le persiane ancora chiuse, lei ora non ne aveva più bisogno. Per sentirsi regina a Estelle sarebbe bastato il suo sguardo: uno sguardo fiero, onesto, che guardava dritto davanti a sé. Uno sguardo deciso, inappellabile, ma capace di scorgere prospettive sempre più ampie.

Racconto tratto da Fiabe Moderne di Lara Marzo

Nelle puntate precedenti…

Immagine in apertura di Church of the King

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Tag: Last modified: 16 Dicembre 2024