Calendario dell’Avvento 2024
Racconto “Io mai” – Ultima parte
Lei spalancò gli occhi e la bocca in un “oh” di meraviglia. Accettò la margherita e rimase a osservarla prima di riportare lo sguardo su di lui.
«Ma come hai fatto?»
«Solo un vecchio trucco.»
«Era questo che dovevi fare?» rise lei.
«Oh no, o forse… sì forse anche questo.»
Lei sembrò confusa, si rigirava lo stelo tra le dita. Ogni tanto la guardava, poi tornava a fissare lui.
«E ora ripartirai?» gli chiese.
«Non lo so ancora.»
Lei annuì.
«Dev’essere bello.»
«Cosa?»
«Poter partire. Lasciarsi tutto alle spalle. Essere libero.»
Io mai… mai sarei partito se non…
«Sì, è bello.»
«Vorrei poterlo fare anch’io.»
Che cosa gli stava dicendo? Il giovane cercò di leggere nel suo sguardo qualche indizio, ma lei continuava a fissare la margherita.
«Se vuoi ti accompagno, si sta facendo buio.»
Lei risollevò lo sguardo e annuì, semplicemente. Camminarono, l’uno accanto all’altra. Poche parole, mai silenzi erano stati più eloquenti.
A pochi passi dall’uscio di casa, lei si fermò per salutarlo, sulle labbra aleggiava ancora quel sorriso un po’ timido, quell’incurvatura indecisa.
Dalla casa una calda luce si proiettava sulla via.
«Grazie», sussurrò lei sollevando la margherita.
«Non è niente.»
«Domani verrai in bottega?»
Lui assentì anche se ancora non sapeva quanto sarebbe rimasto, se sarebbe potuto rimanere.
Lei gli regalò un sorriso come mai gliene aveva visti, neppure in sogno.
«A domani, allora.»
«A domani», rispose lui e rimase a guardarla mentre spariva dietro la porta di casa, lo chignon non più perfetto, la margherita ancora tra le dita. E il profumo, il suo profumo. Pane e innocenza. E la promessa? Il giovane non sapeva, però, sperò che alcune promesse si potessero infrangere. Che certi destini fossero ancora da scrivere e che del loro se ne sarebbero occupati insieme. Forse sì, forse si poteva. Infilò una mano in tasca e ne estrasse l’ultimo sasso, era ancora suo. Anche quello andava restituito. Aprì la mano e la pietra cadde sollevando un po’ di polvere. Poi il giovane voltò le spalle alla casa e si incamminò verso strade conosciute, incontro a volti familiari. Non più ragazzo, non più così giovane.
Aveva ragione il mastro fornaio, era tornato diverso, era tornato se stesso. E non esisteva miglior ritorno, no davvero.
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Fiabe Moderne di Lara Marzo
Racconto tratto daLeggi le precedenti parti del racconto
Immagine in apertura di Zoltan Tasi