La pittrice di acquerelli

Nel corso di una crociera fluviale attraverso la Russia capitai, in un tipico mercato per turisti, davanti allo stand di una giovane pittrice che vendeva per poco denaro acquerelli di grande effetto. Nel momento in cui mi mostrai interessato a uno di essi, ella ridusse ulteriormente e in modo dimesso la somma già esigua, evidentemente abituata a ricevere pressioni sul prezzo da parte dei turisti. Parlava un po’ d’inglese ed io le offrii per il quadro un importo evidentemente superiore alle sue originarie aspettative. Quando le comunicai la mia speranza che il quadro ora in mio possesso potesse, in virtù del suo ulteriore lavoro, divenire in futuro sempre più prezioso, ella rimase ancor più stupita. Era colpita e sorpresa, mi regalò una piccola pietra verde portafortuna, e mi chiese l’indirizzo.

Anni dopo ricevetti un invito alla sua prima grande esposizione, con un piccolo cuore dipinto. Sul biglietto era scritto: “Spasibo!” – “Grazie!”
L’idea per tali azioni mi era stata regalata già molto tempo prima dalla mia insegnante di tedesco, che aveva valutato un mio tema con un brutto voto a causa dei numerosi errori di punteggiatura. Scusandosi, l’insegnante mi confidò che le virgole, in realtà, non sono davvero importanti. Avrebbe voluto, in futuro, leggere qualcosa di mio, quando le virgole e la scuola sarebbero state da lungo tempo alle mie spalle.
All’epoca non compresi bene l’episodio, ma esso rimase nella mia coscienza.
Non saprei dire fino a che punto abbia costituito uno stimolo alla mia attività di scrittore – tanto poco, quanto saprei dire se sia stato io la ragione dell’esposizione della pittrice. Si è trattato, probabilmente, ogni volta di piccole tessere di mosaico, all’interno di un modello che va configurandosi.

Ruediger Dahlke, brano tratto dal libro Ombra, Macro Edizioni