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Write your novel from the middle di James Scott Bell

Ultimamente le mie letture sono orientate soprattutto al mondo della scrittura creativa: dopo anni di digiuno, l’appetito per il tema è tornato.

Ricordo un rimprovero avanzatomi tempo fa sul fatto che avessi la propensione a elogiare i manuali di scrittura che recensivo, senza muovere una critica o riservare una recensione a un libro che non mi fosse piaciuto. La riprendo oggi come osservazione perché posso dire, in tutta onestà, che sì, è vero, io non parlo di un libro che non abbia letto personalmente e non mi sia piaciuto. Un libro che non mi piace, di solito, lo archivio e non ci penso più perché tanti possono essere i motivi per cui potrei non averlo apprezzato: lo stile, il contenuto, il momento personale in cui l’ho letto.
Il perché di questa premessa? Per un semplice motivo, una sorta di disclaimer: parlerò bene anche del libro citato nel titolo di questo articolo per cui, caro vecchio amico, mettiti il cuore in pace. 😛

Detto questo, aggiungo un’ulteriore avvertenza che credo sia doveroso dare quando si scrive una recensione: si tratta di un’opinione personale che, di certo, non rifletterà i gusti di tutti ed è sempre importante tenerlo in considerazione. Non significa che ci troviamo di fronte a una promozione acritica o al pessimo senso critico di un recensore, quanto piuttosto a un aspetto tanto umano quanto fallibile: il gusto personale. Un aspetto che richiede sempre, da parte del lettore, la necessità di valutare per conto proprio quello che viene consigliato, non limitandosi a una sola voce, per essere consigliati. Perché ogni voce ci racconterà un diverso aspetto della verità e solo in questo modo potremo farcene un’idea più precisa, o anche solo maggiormente completa.

Ma torniamo all’argomento principale: il libro Write your novel from the middle di James Scott Bell. Non sono riuscita a trovarlo tradotto in italiano, ma si tratta di un saggio scritto con uno stile semplice e scorrevole per cui si fa apprezzare anche da un non madrelingua.
La tesi del libro è: 

invece di scrivere un romanzo partendo dall’inizio, perché non provare a scriverlo partendo dal mezzo?

Qualunque tipo di scrittore voi siate – uno che ama la struttura al di sopra di tutto, un improvvisatore nato o la simpatica canaglia che non si schiera e prende un po’ dall’uno e un po’ dall’altro (gruppo di cui sicuramente io faccio parte 😉 ) – l’autore propone di avvicinarsi alla scrittura di una nuova storia partendo proprio dal punto da cui raramente si pensa di poter partire.

I am going to suggest is that you write from the middle and work outward from there.
What? The middle?
That’s right. The dead center. Because that’s where you’re going to discover what your story is really all about.

Write your novel from the middle, James Scott Bell

È nel punto centrale della storia, infatti, scrive James Scott Bell, che scopriamo di cosa parla veramente la nostra storia. Se conoscete un po’ di teoria della narrativa, conoscerete il concetto di “midpoint”: un concetto che, secondo l’autore, viene solitamente descritto come “una scena dopo la quale abbiamo una sorta di svolta nella storia, qualcosa cambia”. A lui, però, come definizione non soddisfa e infatti si chiede: “Ma che cos’è che cambia? E perché avviene questo cambiamento?
Alla fine, la sua ricerca di una risposta l’ha condotto a una nuova definizione di “midpoint”:

It is a moment within a scene.

Not only that. The midpoint moment is the moment that tells us what the novel or movie is really all about.

You see, the character is going to have to face a death of some kind in the story. There are three kinds of death and one or more will confront the character, in bold relief, right smack dab in the middle of your novel.

Write your novel from the middle, James Scott Bell

Il personaggio, quindi, si trova ad affrontare un momento cruciale (che implica una morte di un qualche tipo, fisica, professionale, psicologica) proprio nel “midpoint”: si tratta di un momento significativo, deve contare qualcosa all’interno della storia che stiamo raccontando altrimenti la scena finirà per assomigliare allo scoppio improvviso di un palloncino, ovvero a tanto rumore per nulla.
Se quello che accade nel “midpoint” mostra al lettore l’anima del romanzo, ecco spiegato perché l’autore lo consideri così importante e suggerisca la possibilità di partire proprio da quel punto per poi espandersi verso l’inizio e verso la fine con una sorta di mappa tra le mani: anche se non conosciamo ancora la direzione, grazie ad esso abbiamo ora le indicazioni su come arrivarci.

Secondo James Scott Bell il “midpoint” non è una scena vera e propria, quindi, ma un momento all’interno di una scena. È il suo cuore, il vero centro. L’autore esorta a trovare il “midpoint” nella nostra storia e, ci assicura, ogni altra evoluzione si irradierà da quel punto: inizio e fine, i personaggi, le loro motivazioni, scene significative, cambi di prospettiva, scelte sull’ambientazione, sul punto di vista, ogni cosa.

Once you know what the moment is, you can truly write from the middle. Because now you know what sort of transformation happens at the end, and what the character’s psychological state was at the beginning, in the pre-story world.

Write your novel from the middle, James Scott Bell
Immagine di Unseen Studio

L’autore si sofferma molto sul concetto di “trasformazione del personaggio”, un concetto di cui ho avuto modo di leggere in diversi manuali e che, in effetti, risulta cruciale per lo sviluppo di una storia che presenti un’ossatura solida: se il personaggio è traballante (superficiale, insipido, facilmente dimenticabile) tutta la storia ne risentirà per quanti colpi di scena possa avere e per quanto possa essere stata scritta con uno stile apprezzabile.

Leggendo il libro ho riflettuto sul fatto che, il consiglio di scrivere partendo dal mezzo (il “midpoint”), in un qualche modo potesse far riferimento al tema, alla premessa senza cui si corre il rischio di perdersi nella narrazione, confondendo il lettore con diversi e, alle volte, contraddittori temi. Un po’ come quando un amico inizia a raccontarci una sua avventura e noi ascoltiamo interessati, ci pregustiamo un racconto che valga il tempo che gli stiamo dedicando. Peccato che il nostro amico inizi poi a saltare di palo in frasca, aggiungendo al suo racconto dettagli e digressioni che, in questo contesto, portano solo confusione e noia. Il risultato? Smettiamo di ascoltarlo e iniziamo a chiederci: sì ok, ma il punto di tutto questo, qual è?
Il punto è il tema, l’obiettivo, l’argomento di cui racconta la nostra storia, e se lo perdiamo di vista, rischiamo di perdere l’intera storia.

Uno dei pregi di Write your novel from the middle è, inoltre, quello di adattare il metodo proposto alle tre tipologie di scrittori sopracitate: gli amanti della struttura, gli improvvisatori e le simpatiche canaglie. Per ciascun tipo l’autore offre consigli per esplorare la propria storia al fine di coglierne il “midpoint” o, nel caso in cui lo si fosse perso di vista, di poterlo recuperare in tempo.
Infine, molto interessante anche l’ultima parte del libro in cui l’autore offre ulteriori consigli: si tratta di consigli variegati, forse non validi per tutti, alcuni noti, altri nati dall’esperienza maturata dall’autore.

In conclusione, si tratta di un saggio breve (sono circa una ottantina di pagine), ben scritto, scorrevole, che offre un punto di vista interessante da cui partire sia per scrivere una nuova storia, sia per rivederne una già scritta, sia per provare a liberarsi da un eventuale momento di blocco.

Ritengo che il processo creativo e di scrittura sia qualcosa di molto personale, che non sia possibile incasellarlo in uno specifico metodo o struttura, perlomeno in una prima fase. Vi sono, però, successive fasi che, al contrario, potrebbero richiedere (uso il condizionale per cortesia, ma in realtà ritengo che lo richiedano, eccome) un approccio più strutturato, la capacità di guardare al proprio lavoro e di sottoporlo ad un esame minuzioso. Porsi domande sui personaggi, sull’ambientazione, sulla trama, sui diversi momenti della storia, è fondamentale per creare un’opera che possa realmente interessare un lettore. Non credo che tecniche e strutture soffochino la creatività, ma al contrario che possano agevolarla se non applicate in modo rigido, adattandole alla nostra esperienza personale e all’anima della nostra storia.
Si tratta, quindi, di mantenere uno sguardo lucido e appassionato sulla nostra opera, di non aver paura di accogliere i passi falsi così come di saper riconoscere i punti di forza.

Per fare questo di certo leggere un libro non basterà così come neppure leggerne due, dieci o cento, ma servirà anche l’esperienza maturata. Esperienza e libri insieme, infatti, rappresentano un connubio vincente capace di offrire un valido strumento da conservare sempre nella propria cassetta degli attrezzi creativa.

Informazioni sul libro

Titolo: Write your novel from the middle
Autore: James Scott Bell
Editore: Compendium Press
Pagine: 88

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Immagine in apertura di Elsa Tonkinwise

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Tag: Last modified: 26 Agosto 2024