Plot grows out of character. If you focus on who the people in your story are, if you sit and write about two people you know and are getting to know better day by day, something is bound to happen.
Bird by Bird, Anne Lamott
Anne Lamott lo ha spiegato così bene nel suo libro Bird by bird che citarla era d’obbligo: la trama nasce dal personaggio. Facciamo interagire due persone e ne vedremo delle belle: diventeranno amici? Si ignoreranno? O tra di loro si scatenerà l’inferno?
In ogni caso qualcosa succederà e quel qualcosa sarà la nostra storia. Ecco perché la Lamott ci dice: “I say don’t worry about plot. Worry about the characters.”
Preoccupiamoci del personaggi, dunque.
Chi sono questi bellimbusti che incontriamo per la prima volta durante un viaggio in autobus o nel bel mezzo di un momento di riflessione personale? Si intrufolano nella nostra vita e vogliono a tutti i costi narrarci la loro storia: dirci perché sono così e quello a cui aspirano. Ma senza fretta. Loro hanno tutto il tempo del mondo. E se lo prendono.
I nostri personaggi sono proprio come le persone che incontriamo ogni giorno: hanno un certo aspetto e un certo carattere, desiderano alcune cose e ne ripudiano altre, ci stanno più o meno simpatici. Compiono scelte. Eh sì, non pensare che in quanto autore tu abbia il potere assoluto su di loro, nossignore! Prima accetti il fatto che sono i personaggi a raccontarti la loro storia, e non tu a imporgli la tua, prima te la racconteranno.
Lasciamo di nuovo la parola a Anne Lamott:
Whatever your characters do or say will be born out of who they are, so you need to set out to get to know each one as well as possible. One way to do this is to look within your own heart, at the different facets of your personality. You may find a con man, an orphan, a nurse, a king, a hooker, a preacher, a loser, a childe, a crone. Go into each of these people and try to capture how each one feels, thinks, talks, survives.
Bird by Bird, Anne Lamott
Un consiglio che dovresti far diventare una regola d’oro è: scrivi di quello che sai, conosci quello che non sai.
I personaggi devono apparire “reali”, non semplici stereotipi da racconto d’osteria. Più li conoscerai, più avrai la possibilità di farli conoscere anche a chi legge, di conferire loro una “personalità a tutto tondo”, una “tridimensionalità”.
Come nascono i personaggi
Che cos’è che stimola la nostra fantasia? La realtà. E’ proprio dalla realtà circostante che dobbiamo quindi partire per cercare l’ispirazione: dall’ambiente, dalle persone, dalle situazioni e anche da noi stessi.
Naturalmente l’osservazione ti fornirà delle idee, ma non devi descrivere pari pari quello che vedi, né tantomeno sottoscriverlo e giurare che è tutta la verità e nient’altro che la verità!
Lasciati ispirare, ma poi concedi spazio ai tuoi personaggi: accorda loro ampia espressione, non scrivere sotto la dettatura della realtà.
Ad esempio: forse tua nonna è una vecchina simpatica e la sua abitudine di prendere il tè alle cinque del pomeriggio con il defunto marito, ti sembra un’idea tanto romantica da inserire in una storia, ma la vecchina che ti sta parlando e vuole il suo ruolo nel romanzo non è tua nonna e il marito defunto a cui offre il tè lo prende anche a bastonate quando non risponde alle sue domande (cosa che probabilmente tua nonna non farebbe mai)!
Capito l’antifona? 😉
Mentre di tua nonna potresti non conoscere molte cose, della tua “amabile” vecchina saprai tutto: non solo come si veste e che aspetto ha, ma anche le pieghe più nascoste del suo carattere, il motivo per cui ogni giorno prepara il tè per due e si arrabbia quando il defunto marito rimane in silenzio per ore (possiamo anche immaginarne il motivo…!). Tu sai tutto e se non lo sai, allora devi scoprirlo. Impara a conoscere i tuoi personaggi come forse non vorresti conoscere neppure te stesso. 😛
Devi saperti calare nelle situazioni che vivono e viverle con loro: perché tu sei al contempo il buono e il cattivo, lo sfigato e il vincitore.
Inoltre, non ti preoccupare solo dei protagonisti, scandaglia le vicinanze alla ricerca dei personaggi secondari e dei comprimari: se esistono ci sarà un buon motivo.
I sentimenti di un personaggio devono essere mostrati… diventano reali solo quando prendono la forma di eventi, azioni (o gesti), dialoghi o reazione fisica all’ambiente.
John Gardner
Ricorda: un personaggio che non coinvolge te non coinvolgerà neppure il lettore. Hai bisogno di emozioni, belle o brutte che siano. I tuoi personaggi devono coinvolgere emotivamente perché solo in quel caso il lettore si preoccuperà della loro sorte e li accompagnerà durante il romanzo: al contrario sappiamo bene come andrà a finire, vero?
Prossimo articolo: il Narratore
Per approfondire:
Bird by bird – (Some instructions on writing and life), Anne Lamott, Ed. Anchor books, 1995
I personaggi e il punto di vista, Orson Scott Card, 1992
Writing characters – In inglese
Immagine in apertura di Fanboy30
Ciao sono Tom,
girovagando in cerca di anime virtuali che condividevano i miei stessi interessi, nella lettura e nella scrittura (sono un vecchio-neofita), mi sono ritrovato tra le vostre pagine. Complimenti! bellissimo sito, rimarrà un must nella mia selezione dei preferiti. Sono stato colpito di recente da “disfunzione bramosa di scrittura”, e sto cercando di mettere su carta un mio, per il momento ipotetico, romanzo. Sicuramente la vostra guida ed il vostro sito mi daranno un grosso aiuto, pensavo però di chiedervi consiglio qualora i miei dubbi divenissero insormontabili.
Grazie, ciao
p.s. posso pubblicare sul mio blog i vostri RSS?
Tom
Ciao Tom,
grazie per il commento! Scusaci se ti rispondiamo solo ora, ma negli ultimi mesi abbiamo avuto problemi nell’aggiornare il sito e anche i vostri commenti ci sono scappati di mano. 🙁
Stiamo cercando di organizzarci per il 2012 per riportare in vita il povero Imbrattacarte.
Siamo felici se i nostri articoli e consigli ti potranno essere utili per il tuo romanzo e non possiamo che farti un grande in bocca al lupo! Se avrai bisogno di qualche piccolo consiglio scrivici pure, nel limite della nostra conoscenza (ed esperienza) saremo felici di poterti aiutare.
Buone feste!
“Prima accetti il fatto che sono i personaggi ha raccontarti la loro storia, e non tu a imporgli la tua, prima te la racconteranno.”
Tu “insegni” a scrivere?
Il verbo avere dove lo vedi lì?
Boh…
Ciao Matteo,
grazie per la segnalazione. Non siamo perfetti e qualche errore ci è sicuramente scappato… come ci scappava a scuola durante i temi.
Ci dispiace, ma siamo contenti che qualcuno ce lo mostri per poter rimediare.
Di certo noi non insegniamo a scrivere a nessuno, sarebbe presuntuoso da parte nostra, offriamo semplicemente dei consigli, che qualunque buon manuale di scrittura creativa fornisce, e lo facciamo per puro spirito di condivisione.
In ogni caso cogliamo l’occasione, grazie al tuo intervento, per ribadire l’importanza di far leggere il proprio testo ad altre persone prima di pubblicarlo, soprattutto nel caso di un romanzo, perché l’errore si nasconde sempre dietro l’angolo.
Ringrazio moltissimo per questo articolo.
Sono una ragazza di 15 anni e mezzo con la passione della lettura.
Da cinque mesi ho cominciato a scrivere dei racconti.L’altro ieri, sono stata talmente ispirata che ho acceso il computer, aperto il programma di scrittura Wordpad e ho cominciato a scrivere. Mi è venuta in mente una trama intricata Urban fantasy realistico e ho notato che tendo a descrivere ogni personaggio (anche secondario) nei minimi particolari e tutte le loro azioni. Guardando questo articolo ho capito che devo avvicinarmi di più alla protagonista (Iris) per renderla “reale”. Non so se è il posto giusto per porre questa domanda ma ho bisogno di un consiglio: come faccio a essere un po’ sintetica nella descrizione della giornata dei miei personaggi?
Ringrazio in anticipo e vi stimo per avermi aiutata a capire come far respirare la mia Iris!
Ciao Selma,
grazie per il messaggio!
Proveremo a darti qualche dritta, anche se l’argomento è ampio e regole vere e proprie non esistono, soprattutto nelle prime fasi della scrittura di un romanzo o racconto.
Innanzitutto la prima stesura dovresti usarla per sperimentare, senza aver paura di esagerare con la descrizione dei personaggi o altro, ma ben consapevole che al termine ti troverai tra le mani un bel pezzo di marmo dal quale, nelle successive riscritture, dovrai ricavare la tua statua usando con accortezza gli strumenti del mestiere.
Conoscere i propri personaggi è fondamentale, quindi potrebbe esserti utile dedicare ad ognuno una scheda a parte in cui racconti tutto di loro (nome, età, carattere, sogni, paure, relazioni…), mentre nel romanzo sceglierai di mostrare solo quello che è funzionale allo svolgimento della storia.
Per rispondere alla tua domanda, quindi, il consiglio che ti diamo è quello di chiederti sempre: “Se questo non lo scrivessi, la storia perderebbe senso?” Ovviamente, devi seguire il buon senso nel decidere cosa puoi inserire e cosa no, ma indicativamente ricordati che i personaggi devono vivere in funzione della storia e non viceversa. Non hai bisogno di raccontare ogni singolo istante della loro giornata, ad esempio, ma è fondamentale mettere in risalto alcuni momenti e situazioni che mostrino qualcosa del loro modo d’essere e, al contempo, diano una spinta in avanti alla storia.
Speriamo di esserti stati d’aiuto, anche se siamo consapevoli che è impossibile ridurre un argomento così ampio in poche righe.
In bocca al lupo per il tuo romanzo e speriamo di rivederti presto da queste parti! 😉
grazie!!!
davvero molto interessante, spiegato bene e facile da capire.
sono una ragazza di 13 anni e amo scrivere da quando ne avevo sette o otto.
da sempre volo con la fantasia immaginando storie tra la realtà e il fantasy dove le protagoniste sono delle normali ragazze, alle prese con la scuola e i problemi adolescenziali, che però, hanno delle importanti missioni da compiere in segreto, come salvare la terra.
non è una di quelle storielle dove c’è la fatina e lo stregone, ma uno di quei libri appassionanti con colpi di scena, dove non si risparmiano tradimenti, sangue, uccisioni, misteri svelati e altri ancora da svelare.
allo stesso tempo, però, quando le protagoniste non sono impegnate in battaglie, la storia, prende anche una piega comica, diciamo che è un libro che spazia in quanto a trama.
così come l’ho raccontata non rende, ma il mio problema è un altro, ovvero: io vorrei creare qualcosa di originale dove la protagonista non è la solita santarellina, o comunque quella con la fortuna dalla sua parte, anzi, mi piacerebbe mettere particolarmente in risalto il resto dei personaggi, in modo da dare il giusto spazio ad ognuno.
il punto è: mi conviene fare una cosa simile o devo rassegnarmi al fatto che la protagonista deve sempre essere quella al centro dell’attenzione e che immancabilmente tutti odiano?
ah… forse ti sembrerà strano il modo in cui descrivo le protagoniste… ma deriva dalla mia passione per i cartoni animati giapponesi, conosciuti anche come anime… diciamo che in quelli la protagonista è sempre perfetta e ciò ha scatenato il mio odio per tutte quelle che si prendono il centro dell’attenzione.
strano, molto strano, anche perchè io sono mooooooooolto egocentrica!
grazie e spero di non aver scritto troppo!
Ciao Giada,
uno degli aspetti migliori della scrittura è che quando scriviamo siamo noi gli autori indiscussi della storia e di quanto accade. Possiamo lasciarci ispirare da quanto scritto da altri e da tutti i generi presenti sulla faccia della Terra, ma poi l’ultima parola spetta sempre a noi scrittori. Quindi questo vale anche per i personaggi della tua storia. A seconda del genere che scegli ci sono delle “regole” da seguire (ad esempio in un giallo ci deve essere un mistero da svelare), ma non riguardano l’antipatia/simpatia dei personaggi o il loro carattere, anzi se dai vita a dei personaggi originali, capaci di catturare l’attenzione del lettore, arricchirai la tua storia.
L’egocentrismo è un tratto che bene o male contraddistingue tutti noi 😉 e per forza di cose il protagonista di una storia si porrà sempre al centro delle vicende (altrimenti non si chiamerebbe protagonista), ma potrebbe spiccare per umiltà o per cattiveria.
L’idea di sviluppare storie parallele dando profondità agli altri personaggi è ottima perché può dare al tuo romanzo un più ampio respiro, attenzione però a non perdere mai il filo del discorso. I personaggi potrebbero chiederti di seguire una strada diversa da quella che avevi programmato e non è detto sia un male, al contrario, ma non dimenticare il tuo ruolo di regista: sei tu che alla fine dovrai assicurarti che tutti terminino il loro viaggio.
Quindi se non ti piacciono le santarelline… mettile pure al bando! Decidi tu chi vuoi far emergere e dai la tua personale impronta al tuo romanzo. 😉
Grazie, i vostri consigli mi hanno parecchio aiutata.
Mi piace molto leggere, ed ho scritto anche alcuni racconti, ma purtroppo non ne mai concluso uno perchè alla fine mi ritrovavo con una trama insignificante e dei personaggi male tratteggiati.
Colgo l’occasione per chiedevi un consiglio: dovrei partire da una scaletta predefinita, con dei personaggi già selezionati, o dovrei iniziare di punto in bianco aspettando che la storia mi indichi la direzione che vuole prendere(come ho già fatto)?
E avrei anche un’altro problemino: i riferimenti storici.geografici e la scelta dei nomi. Sono ancora piccola e inesperta, perciò quando mi ritrovo che devo fare degli acceni storici o indicare e descrivere dei luoghi, non so mai come comportarmi. Per i nomi cerco sempre di trovarne uno con un significato particolare, la traduzione inglese del nome di un fiore, insomma, qualcosa di diverso e significativo.ma anche qua, date le mie limitate conoscenze mi trovo parecchio in difficoltà.
Spero in qualche vostro consiglio, grazie
Giulia.
Ciao Giulia,
in realtà non esistono regole su come iniziare a scrivere una storia perché dipende molto dal metodo che senti più affine a te, però puoi avvicinarti al tuo riflettendo su qual è la tua prima spinta (da quello che scrivi iniziare senza una scaletta) e su quali ostacoli incontri lungo il cammino.
Probabilmente sei una di quelle persone che inizia da un’idea, senza avere già in testa tutta la storia, giusto? In questo caso forse l’uso di una scaletta predefinita per te sarebbe una forzatura, ma potrebbe comunque esserti d’aiuto svilupparne una man mano che prosegui nella scrittura. Ad esempio potresti iniziare a lavorare sull’idea che hai e parallelamente segnarti tutti i possibili sviluppi e i personaggi che ti vengono in mente.
Per i personaggi potrebbe aiutarti scegliere quelli che colpiscono la tua fantasia e scrivere di getto la loro storia che, in seguito, potresti usare come linea guida per delineare meglio il loro carattere. Non solo, la loro storia potrebbe anche essere fonte di nuove idee. Si tratta di elaborare una sorta di “scheda” dedicata ai personaggi, raccontando in modo semplice la loro vita. Di solito questa tecnica aiuta a conoscerli meglio e mette in evidenza le loro peculiarità, cosa che ti sarà di aiuto quando li inserirai nella tua storia e li farai interagire tra di loro.
Sulla trama è importante chiarire cosa vuol dire per te “insignificante” perché ciò che stona in un romanzo giallo potrebbe invece essere perfetto in una storia d’amore. Sicuramente la storia che scrivi deve piacere prima di tutto a te altrimenti se non ti diverti a scriverla è quasi sicuro che nessuno amerà leggerla.
Inoltre, c’è anche da prendere in considerazione il nostro buon vecchio giudice interiore che di solito ama distruggere ogni nostra idea paragonandola a quelle degli altri che sono sempre migliori. In questo caso di solito una parte di te ama la storia mentre il giudice si diverte a massacrarla perché ai suoi occhi niente è mai perfetto.
In ogni caso prova a osservare cosa ti colpisce nei romanzi che leggi, quali sentimenti ti suscitano, che tipo di scene ti coinvolgono e potresti usare questi elementi personalizzandoli all’interno delle tue storie.
Per i riferimenti storici e geografici possiamo darti due consigli:
1) inizia scrivendo di un’epoca e un luogo che conosci perché ti permette di allenarti imparando a superare gli ostacoli che incontri senza dover fronteggiare delle vere e proprie montagne. Col tempo potrai avventurarti in terreni sconosciuti seguendo il secondo consiglio
2) circoscrivi l’ambito di ricerca ovvero scegli un periodo storico e/o geografico su cui vuoi documentarti, che ti piace particolarmente e per cui la ricerca non sarà noiosa. E’ sempre consigliato scrivere di ciò che si conosce altrimenti si rischiano pericolosi scivoloni. In ogni caso non farti spaventare e preferisci la semplicità, di solito per contestualizzare la storia è sufficiente usare alcuni elementi ben scelti.
Sui nomi, l’unico consiglio che ti diamo è di non esagerare con l’originalità. 😉 Certe volte è meglio scegliere un nome semplice, che può anche sembrarci banale, e caratterizzare poi il personaggio per altri suoi aspetti, soprattutto caratteriali.
Speriamo di esserti stati d’aiuto, purtroppo sappiamo che non si può essere esaustivi, ma chissà che qualche informazione non possa fornirti degli spunti utili per la tua scrittura! 😉
Grazie mille dei vostri consigli e della vostra disponibilità!
Siete uno dei pochi siti veramente buoni ed esaustivi rimasti in circolazione. Continuerò certamente a seguirvi e farò tesoro dei vostri consigli.
Ps: Grazie di avermi ridato un pò di autostima!:)
Grazie a te Giulia! Felici di esserti stati d’aiuto. A presto 😉
Salve, ho dato un’occhiata al sito e devo dire che non è niente male 😉 sono Federica, anni 18, colgo l’occasione per chiedere aiuto per un problema che m’affligge da tempo.. sonno anni, davvero, che tento di scrivere un romanzo, ma purtroppo tendo a sintetizzare troppo (forse perchè a scuola mi hanno tassato l’anima su questo punto, per prepararmi agli esami di stato) e così tendo ad esaurire un argomento dopo poche pagine dall’inizio di un capitolo. Altro mio dilemma, è che dopo aver cominciato a scrivere in preda all’ispirazione le prime righe, non riesco a mantenere viva dentro di me la fiamma dell’entusiasmo, che pian piano, arrivando al punto dell’intreccio si spegne. Così mi trovo spesso in mano una storia che ha un’inizio, una fine, ma manca di colpi di scena nella parte centrale. Ultima cosa è che troppo di frequente tendo a venire influenzata da storie che già esistono, ad esempio, se sto pensando di sviluppare un racconto nella quale il protagonista viene catapultato in un mondo parallelo, come faccio a rendere la mia storia unica, senza per sbaglio finire a ricalcare gli stessi passi che qualcuno ha già fatto? (Ho notato che spesso,le trame che presentano certi elementi fantasy tendono ad assomigliarsi un po’ tutti). Spero che possiate aiutarmi e grazie ancora per gli splendidi consigli del sito. 🙂
Ciao Federica,
grazie per i complimenti! Un consiglio che possiamo darti è quello di provare a fare prima di tutto esercizio con la scrittura portando su carta alcuni aspetti, chicche, situazioni o persone che incontri nella tua vita quotidiana. E’ facile, infatti, perdersi nel bel mezzo del romanzo che si sta scrivendo perché la fiamma dell’entusiasmo si spegne troppo in fretta. Lasciarti ispirare dal mondo che ti circonda è un buon modo per imparare a notare i dettagli, allenare l’immaginazione e trovare la tua voce perché ti renderai presto conto di come vedono i tuoi occhi, sentono le tue orecchie, toccano le tue mani e così via.
Di per sé non è un male lasciarsi influenzare dalle storie già scritte (qualcuno dice che è già stato scritto tutto lo scrivibile ;)), ma è fondamentale esserne consapevoli e scoprire per quale via vogliamo invece andare noi.
Hai citato il fantasy, quindi ti facciamo un esempio preso da lì : Tolkien nel Signore degli Anelli ha scritto di elfi, orchi, gnomi, anche Silvana de Mari nei suoi libri ha scritto di elfi, orchi e gnomi ma se hai letto sia l’uno che l’altra sai che ognuno ha dato la propria impronta alla storia, ha fatto sentire la propria unica voce. Il segreto, in un certo senso, è quello: avvicinarti il più possibile a te stessa, al tuo sentire e scoprire cosa ti appassiona, quali storie i tuoi occhi, le tue orecchie, le tue mani possono vedere, ascoltare, toccare e poi dar loro vita.
Tutto può diventare fonte di ispirazione: un’immagine, una frase, una persona che passa per la strada, un’emozione che provi… la sfida è diventare consapevole di cosa ti colpisce e di come lo fa. Se ti immergi nel processo vedrai che riceverai una buona dose di intuizioni e la tua creatività avrà trovato un terreno fertile da cui trarre nutrimento.
In bocca al lupo e buona scrittura!
I nostri personaggi sono (…) prima te la racconteranno.
– Un discorso che non ho mai compreso. Per me non funziona così. In genere io ho in mente fin da subito una storia (inizio, svolgimento, fine) e dei personaggi di cui conosco l’aspetto fisico e di qualcuno anche la personalità (degli altri ho qualche sospetto)
Quando scrivo la storia, tutto fila sempre liscio. Ciò non significa che la storia poi non necessita di correzioni e riscritture, ma io ho sempre avuto l’impressione di avere un buon controllo di ciò che scrivo, nonostante ciò, i miei personaggi mi sembrano comunque vivi e sfacettati, e quest’impressione l’hanno anche altri.
Ricorda: un personaggio che non coinvolge te (…) contrario sappiamo bene come andrà a finire, vero?
– Si, questo lo sapevo
Ciao Nordlys,
grazie per il contributo. 🙂 È interessante vedere come il proprio modo d’essere incida sul processo creativo e quindi, in questo caso, anche sulla formazione dei personaggi.
ciao a tutti, devo ammettere che è stato molto interessante leggere i vostri commenti anche se, purtroppo ho anche io un problema che non riesco a risolvere. E’ da qualche annetto che cerco di scrivere un libro, ma non riesco mai a trovare il giusto inizio per il mio racconto… a me sembra troppo banale cominciare con c’era una volta e per questo mi blocco. vorrei tanto riuscire a creare un inizio che coinvolga immediatamente il lettore senza, però, dargli false aspettative riguardo la trama.
un altra cosa che mi affligge è quello di sembrare banale. la mia professoressa mi ripete che ho un modo originale di scrivere, ma io mi rendo conto che ciò non è del tutto vero.
Ciao Dorothy,
eccoci infine! Scusaci se ti abbiamo fatto aspettare per la nostra risposta. Vediamo un po’… l’incipit, la sfida di ogni buon scrittore, giovane o rodato che sia. Purtroppo non c’è una formula magica, ma è pur vero che l’idea stessa che l’inizio di un romanzo o racconto debba essere qualcosa di favoloso, strabiliante, eccezionale, capace di prendere il lettore per la collottola e catapultarlo all’interno della storia senza tentennamenti è forse più una maledizione che un consiglio di buon senso. Di solito l’incipit “giusto” lo decretano i lettori, pur senza dimenticarsi che l’autore è sempre il primo lettore della sua storia, il suo primo innamorato così come il più spietato dei suoi critici. Quindi, nel tuo caso se pensi che potresti fare meglio, sì certo, è vero, hai davanti a te grandissime possibilità di crescita, ma anche un ostacolo (piccolo o grande lo deciderai tu): l’idea che tu stessa hai dei tuo livello oggi e di quello che ne farai di questa convinzione. Puoi, ad esempio, decidere di iniziare il tuo racconto con un “banale” (che però a suo tempo è stato un inizio fenomenale!) c’era una volta, proseguirlo, concluderlo e poi tornare sull’inizio e riscriverlo finché non sarai riuscita a modellarlo a tua immagine e somiglianza, ovvero di modo che sia così come tu lo vuoi. Lasciati ispirare dagli incipit già scritti: entra in una libreria o in una biblioteca e leggi inizi di libri a caso, osserva quello che ti colpisce, che ti incuriosisce, che ti rimane dentro e poi usa quella “sensazione” per sperimentare sul tuo racconto. Potrebbe anche esserti utile approfondire con la tua professoressa che cosa intende quando dice che hai un modo originale di scrivere, cosa le piace del tuo stile, ecc. Probabilmente il suo giudizio nei tuoi confronti è obiettivo quindi sarebbe interessante approfondirlo.
Non preoccuparti di apparire banale, di solito chi lo è davvero non se ne preoccupa affatto quindi di per sé è già un buon segno per te! Non temere la banalità e sperimenta te stessa: questo è sempre il miglior inizio per qualunque romanzo e racconto. 😉
Questo sistema puo essere usato anche per creare una storia funzionale in fotografia?
Complimenti per il sito.
Ciao Natan, grazie per i complimenti!
Scusaci, cosa intendi per “storia funzionale in fotografia”? Potresti spiegarci meglio? Grazie