Preparare il tè è un’operazione semplice: si prende un bollitore, si riempie d’acqua e si mette sui fornelli. Si accende il fuoco e nel frattempo si predispongono tazze e bustine di tè. Bianco, verde, nero, al limone, al gelsomino, la scelta è ampia.
Preparare il tè è anche un’arte: l’acqua dovrebbe essere portata vicino al punto di ebollizione prima di essere tolta dal fuoco e versata in una tiepida teiera, al posto delle bustine si dovrebbero scegliere le naturali foglie di tè, si dovrebbe controllare il tempo di infusione, e così via.
Come ogni mattina, anche oggi mi sono preparata la mia poco artistica tazza di tè, l’acqua iniziava il suo timido borbottio increspata da bolle sempre più grandi quando ho girato la manopola del fornello e le bolle sono velocemente evaporate in un timido fumo bianco. E ho pensato: “Se fosse così facile anche con la rabbia! Girare la manopola, spegnere il fuoco, rasserenarsi e andare ad incontrare il tè.”
“Ribollire di rabbia” e “sbollire la rabbia” sono espressioni comuni che associano il sentimento della collera al processo di ebollizione generato dal prolungato contatto tra una fonte di calore e un liquido.
La nostra rabbia è come l’acqua che versiamo nel bollitore: di per sé non è necessariamente un sentimento negativo. E’ solo acqua che può trasformare semplici foglie in una squisita bevanda.
La prima natura della rabbia è fiera, determinata e grintosa: è quello che potremmo definire il nostro “fuoco interiore”.
Che cosa rende negativa la rabbia? Che cosa impedisce di bere una tazza di tè? L’intensità del calore.
Sia gli scoppi di ira sia il silenzio ostinato sono indicatori d’allarme di un’intensità pericolosa della nostra rabbia: insultare qualcuno o impedirci di esternare i nostri sentimenti sono atti che ci espongono a un eccessivo periodo di ebollizione e al più pericoloso processo di evaporazione.
Evaporare significa perdere una parte importante della proprio rabbia sana, del “fuoco interiore” che ci rende coraggiosi e pronti all’azione. E’ un processo di non ritorno: si possono dire o fare (o non dire e non fare) cose di cui in futuro ci pentiremo e avranno conseguenze anche a lungo termine sulla nostra vita.
Poche sono le persone che si arrabbiano raramente e per motivi ben precisi, molto più spesso riteniamo che la rabbia non ci appartenga, che sia stata generata dall’esterno: da un parente, un amico, un estraneo, una situazione, un problema. La rabbia, pensiamo, non dipende da noi e per questo ne siamo costantemente vittime.
Immaginate di osservare l’acqua in ebollizione sui fornelli che, ormai pronta per essere versata nelle tazze, nessuno pensa però di togliere dal fuoco. Quale sarebbe la vostra reazione?
Come reagiamo di fronte alla nostra rabbia? Come reagiremmo di fronte al bollitore e all’acqua che inizia ad evaporare? Quale parola sceglieremmo di pronunciare: sì o no?
No. No. No. No! Correremmo verso il fornello per spegnerlo e poi verseremmo l’acqua nella tazza con la bustina di tè. Il tè è l’essenza ultima dell’acqua che inizialmente versammo nel bollitore, così è anche per la nostra rabbia sana: è il motore per realizzare i nostri obiettivi, è una fonte artistica e creativa di cui preferiamo non sentirci responsabili.
La rabbia è energia dentro di noi che chiede di essere espressa: possiamo farlo gridando contro qualcuno, rompendo piatti e bicchieri, possiamo non farlo reprimendo le parole, i pensieri ingiuriosi e noi stessi, oppure possiamo creare e trasformare la rabbia in realizzazione personale.
Possiamo essere acqua inutilizzata nel bollitore, possiamo sentirci come acqua in ebollizione pronti ad evaporare, oppure possiamo ritrovarci nella serena essenza di una tazza di tè.
In che modo? Come accettare la propria rabbia e trasformarla?
Vi segnalo quattro tra i migliori articoli che ho trovato sul web (tutti in inglese), di cui ho provato io stessa i consigli constatandone l’utilità. Le parole d’ordine in questo caso sono costanza e determinazione.
- How to deal with anger
- How To Deal With Anger – The C.O.P.E Method by Debbie Eisenstadt Mandel
- How to deal with anger at work by Alexander Kjerulf
- 15 Simple Ways to Overcome Anger by Tina Su
E voi come gestite la vostra rabbia? La percepite come un’energia positiva o negativa?