C’era una volta un eremita vecchio e saggio che viveva in una caverna in cima a una montagna. Era famoso tra la gente come il saggio che poteva rispondere anche alle domande più difficili sulla vita. Diceva sempre e solo la verità. Ma, tra i giovani, c’erano alcuni che dubitavano del suo dono.
Una volta, uno di questi giovani disse ai suoi amici che sarebbe andato dall’eremita e lo avrebbe preso in giro confondendolo con le sue domande. Il giovane aveva in mano un uccellino indifeso. Disse ai suoi amici: “Andrò dal vecchio e terrò le mani nascoste dietro la schiena. Gli chiederò se l’uccellino è vivo o morto. Se dirà che è morto, gli mostrerò che è vivo. Se dirà che è vivo, spezzerò il collo dell’uccellino e gli mostrerò che sbagliava”.
Così, il giovano scalò la montagna in cerca della caverna nell’eremita. Quando la trovò, chiamò il vecchio a gran voce.
Dall’interno della caverna, l’eremita disse: “Cosa vuoi, figliolo?”
“Voglio farti una domanda”, rispose il giovane, nascondendo l’uccellino dietro la schiena.
La voce rispose: “Allora falla, figliolo”.
Il giovane sogghignò e disse: “Dietro la schiena ho un uccellino. Voglio sapere se è vivo o morto”.
Ci fu un breve silenzio, poi la voce rispose stancamente: “È come tu desideri, figliolo”.
Racconto popolare tratto da Il tempo delle due lune di Priscilla Cogan
Possiamo facilmente perdonare un bambino che ha paura del buio; la vera tragedia della vita è quando gli uomini hanno paura della luce.
Platone
Foto in apertura di Glenn Euloth