» Leggi alcune citazioni dal libro Malattia e Destino
Il libro più conosciuto di Thorwald Dethlefsen è sicuramente Malattia e destino, scritto a quattro mani con il dott. Rudiger Dahlke.
È un saggio che si colloca nel solco di una corrente di pensiero che non considera la malattia come “un puro accidente, un disturbo casuale senza perché” quanto invece l’espressione dei nostri “aspetti repressi, temuti e accantonati”.
Il paziente che nella medicina allopatica si limita ad ascoltare il medico e a trangugiare i rimedi da lui prescritti, diventa ora protagonista attivo, viene “coinvolto in prima persona, reso partecipe e responsabile del processo di guarigione che può cominciare solo dentro di lui” perché “è lui in realtà l’unico e autentico artefice della propria terapia”.
Malattia e destino è uno dei libri di riferimento di questa corrente e un must read per chiunque voglia avvicinarcisi.
Si divide in due parti: nella prima viene spiegato il concetto di malattia e il contesto dal quale prende vita; nella seconda sono trattate le malattie (suddivise per apparato e funzione) dal punto di vista simbolico.
Malattia e salute sono concetti al singolare in quanto si riferiscono a uno stato dell’uomo e non, come oggi si usa dire, a organi o parti del corpo. Il corpo non è mai malato o sano, perché in lui si esprimono semplicemente le informazioni della coscienza.
La malattia colpisce sì il nostro corpo, ma si verifica sempre a livello della coscienza: è lì che nasce, si sviluppa e in seguito si manifesta sottoforma di sintomo fisico.
Gli autori ci mostrano come comportarsi con i sintomi che insorgono e che tipo di attenzione dare alla malattia per guarire.
È importante rendersi conto che la malattia non è un nostro nemico, ma un messaggero e come tale dovremmo riservargli un ascolto attento e scevro da giudizi.
Malattia e destino può anche essere considerato un manuale che ci aiuta a sviluppare una comprensione più profonda di noi stessi e del messaggio che le malattie ci recano.
Per ogni problematica, accanto alla spiegazione del significato simbolico, gli autori propongono una serie di domande volte a chiarificare le cause interne che hanno generato il disagio.
Che messaggio porta con se un’infezione? E problemi all’apparato respiratorio? Le malattie epatiche cosa vogliono dirci? E quelle renali? Quali sono i messaggi del mal di testa e cosa desidera dirci un cuore che si ammala?
Nel libro trovate le risposte a queste e a molte altre domande, accanto a interessanti spunti di riflessione sul significato della vita.
È una lettura che consiglio a tutti quelli che sono pronti ad accogliere un nuovo modo di pensare, o perlomeno a conferirgli il beneficio del dubbio.
Se anche voi pensate che malattia e salute nascondano messaggi ben più profondi di quanto non lasci intendere la medicina allopatica, allora Malattia e destino vi piacerà sicuramente.
La malattia è uno stato dell’uomo, indicante che l’uomo nella sua coscienza non è più in ordine, ovvero in armonia. Questa perdita dell’equilibrio interiore si manifesta nel corpo sotto forma di sintomo. Il sintomo è quindi latore di segnali e informazioni, in quanto interrompe, manifestandosi, il corso normale della nostra vita e ci costringe a dare importanza al sintomo. Il sintomo segnala che noi siamo malati come uomini, come esseri spirituali, cioè siamo finiti fuori dall’equilibrio delle nostre forze interiori, il sintomo ci informa che qualcosa ci manca, che qualcosa non va.
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Informazioni sul libro:
Titolo: Malattia e destino – Il valore e il messaggio della malattia
Autore: Thorwald Dethlefsen e Rudiger Dahlke
Traduzione: Paola Giovetti
Editore: Edizioni Mediterranee
Pagine: 288
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Altri libri di Thorwald Dethlefsen che ho letto e consiglio:
- Vita dopo vita – Dialogo con reincarnati – [Leggi la mia recensione]
- Il destino come scelta – Psicologia esoterica
- L’esperienza della rinascita – Guarire attraverso la reincarnazione
E’ un libro densissimo e molto impegnativo. Sebbene il pensiero scientifico non possa accettare gran parte di ciò che viene sostenuto, è un libro molto importante perché espone una vera e propria visione del mondo, difficile da comprendere perché distante dal pensiero dominante.
Qualche anno fa avrei semplicemente deriso dei concetti del genere; ora li trovo di una magica profondità. Lo trovo commovente: così lontano dalla scienza, così vicino alla realtà.
Grazie Andrea per questa tua riflessione perché mette in luce la possibilità insita in noi di cambiare, di usare il nostro spirito critico per avvicinarci a nuove idee (o molto antiche, dicono alcuni) e conoscerle dal di dentro invece che dal di fuori. Purtroppo oggi il pensiero scientifico (in alcune sue varianti) sembra preferire l’adesione a una certa visione della realtà invece che l’esplorazione e la scoperta. E’ un peccato perché la guerra delle idee sembra inevitabile quando, invece, la crescita avviene con la condivisione e il superamento dei propri confini, ovvero di ciò che già si conosce.