Sul tema del dialogo abbiamo scovato questi 7 utili consigli di Elizabeth Bowen.
Il dialogo tra i personaggi di un romanzo dovrebbe:
- essere breve
- conferire informazioni al lettore
- eliminare i soliti scambi che caratterizzano le conversazioni di tutti i giorni
- trasmettere spontaneità eliminando però la ripetitività dei dialoghi reali
- far andare avanti la storia
- rivelare il carattere di chi parla, sia direttamente che indirettamente
- mostrare il tipo di relazione che si è instaurato tra i personaggi
Fonte: Advicetowriters.com
salve a tutti, sono una piccola scrittrice in cerca di qualche consiglio. imbattendomi in questo vostro fantastico sito mi sono sorte delle domande.
come è possibile dare inizio ad una storia senza prima fare un’anteprima del personaggio (nel mio caso, la storia è in prima persona)?? per esperienza diretta, i libri che iniziano senza dialoghi non riscuotono successo come quelli che scorrono senza troppi indugi. Il problema mio, dato che la mia storia è semplice ma drammatica, è lo scrivere basandomi sui pensieri della protagonista. come posso rendere tutto questo non noioso al lettore? è difficile, poiché non ho fatto nulla del genere. in attesa dei vostri amatissimi consigli, cordiali saluti. Kiara
Ciao Kiara, grazie per il messaggio!
Innanzitutto non c’è una sola via da seguire quando ci ritroviamo per le mani una storia da raccontare: è fondamentale tener conto del pubblico a cui ci rivolgiamo, del genere e dell’argomento di cui vogliamo scrivere.
I dialoghi vivacizzano la prosa, ma come per qualunque altro elemento è importante saperli usare altrimenti si rischia di ottenere l’effetto contrario a quello desiderato: un mucchio di parole inutili e irritanti.
Innanzitutto ricordati che l’autore è il primo lettore della propria storia quindi scrivi la prima bozza con piacere: se tu per prima ti annoi è un chiaro segnale che la storia, i personaggi o anche solo qualche scena non funzionano come dovrebbero.
Provare piacere nello scrivere non significa coltivare pensieri del tipo: “Oh che bel passaggio che ho scritto!” Scrivere con piacere significa partecipare attivamente alla storia: se tu sei curiosa di sapere come andrà a finire è probabile che anche i tuoi lettori lo saranno.
Per quanto riguarda la tua domanda sul personaggio che narra in prima persona pensa a cosa ti aspetteresti da un incontro nella vita reale: la reciproca conoscenza avviene pian piano, all’inizio ti basta sapere qualcosa di lui, quel poco che vi permetterà di approfondire l’amicizia in seguito. La stessa cosa avviene in una storia, soprattutto se raccontata in prima persona: quando il personaggio si racconta troppo toglie il piacere della scoperta al lettore che, annoiato, potrebbe abbandonare la storia senza troppi convenevoli.
Nel tuo caso, essendo una storia drammatica, è cruciale questo aspetto perché quando intervengono emozioni forti si rischia di banalizzarle tramite le parole. Mostra il tuo personaggio attraverso le sue azioni e relazioni piuttosto che attraverso i suoi pensieri. Inoltre, fai attenzione alla voce che gli assegni: dev’essere quella più adatta a lui, mai stereotipata o fuori luogo (come può succedere ad esempio se si fa parlare un protagonista adolescente utilizzando il lessico di un professore universitario).
Potrebbe esserti d’aiuto leggere alcuni romanzi raccontati in prima persona prestando attenzione a come il personaggio si svela man mano. Ad esempio ci viene in mente il primo romanzo della saga “Hunger Games” di Suzanne Collins o “Vite che non sono la mia” di Emmanuel Carrère, entrambi a loro modo “drammatici”.
Per un esempio semplice e concreto puoi leggere il primo capitolo di questo ebook: http://ilsegretodimilla.wordpress.com/about/primo-capitolo/
Alle volte un esempio concreto aiuta più di mille parole. Speriamo di esserti stati d’aiuto, ma nel caso avessi altri dubbi o domande… siamo qui. 😉 Buona scrittura Kiara!