Se sei un giovane scrittore le sfide sono il tuo pane quotidiano: le trovi già comprese nel pacchetto “scrittura creativa”. Tra le le tante ve ne sono tre particolarmente insidiose:
- la mancanza di idee
- la scarsità di tempo
- la mancanza di motivazione
Le riconosci? Ti sono familiari? Di solito sono come il primo amore… difficile scordarle!
Ispirazione vieni a me
Se ti sei trovato di fronte alla mancanza di ispirazione e non ti sei lasciato scoraggiare avrai probabilmente scoperto quanto, in realtà, questa sfida possa aiutarci a risvegliare il segugio che è in noi: a tutti capita un periodo di secca, ma possiamo superarlo diventando bravi osservatori della realtà che ci circonda.
La vita è una continua fonte di ispirazione se alleniamo i 5 sensi e non dimentichiamo, di tanto in tanto, di guardare anche dentro di noi.
Corri, corri che il tempo sta per scadere!
Un’altra nemica giurata della scrittura sembra essere la scarsità di tempo, soprattutto considerati i ritmi frenetici a cui siamo quotidianamente sottoposti. Eppure, anche questa sfida può rivelarsi una brava insegnante grazie alla quale affiniamo le nostre doti organizzative e imparariamo l’arte del cogliere l’attimo.
Se solo sapessi, potessi… volessi
La mancanza di motivazione è forse la più infida delle sfide. Tutti possono dire di aver vissuto un momento in cui si sono sentiti smarriti rispetto alla loro vocazione, ma per alcuni si tratta di un vero e proprio ritornello di sottofondo.
La mancanza di motivazione assume molteplici sfumature, ma ce n’è una più pericolosa delle altre che prende il nome di “implacabile critico interiore”. Quando non ci sentiamo motivati a scrivere a causa del severo giudizio che riserviamo a noi stessi e al nostro operato, corriamo il serio rischio di non superare la sfida.
Del resto, cosa c’è di peggio di uno scrittore convinto di non essere ispirato? Uno scrittore ispirato convinto di non poter scrivere una storia.
Non ci mancano di certo le idee, ma non sappiamo come organizzarle e finiamo per dar voce ad un unico pensiero: “Non ce la farò mai.”
Da quel momento in poi ci lasciamo cadere nell’apatia dello sconforto.
“È tutto inutile.”
“Non ho alcun talento.”
“Se è tanto difficile forse non ne vale la pena.”
Il problema della mancanza di motivazione può essere legato a una mancanza di fiducia in noi stessi. Infatti, se non crediamo in noi e nelle storie che siamo in grado di raccontare, finiremo per non raccontarle mai. In questi casi entra in gioco la cosiddetta autostima.
L’autostima in sé non ci insegna a scrivere, ma spesso una bassa autostima viene scambiata per mancanza di talento.
Per capirne l’importanza è sufficiente osservare chi crede in se stesso: scrive, scrive, scrive… e riscrive. Il talento non si può che giudicare dall’impegno e dalle storie che ne nasceranno. Non a caso Thomas Edison, uno che sapeva come concretizzare le buone idee, ci ha lasciato una massima intramontabile: “Il genio è per l’1% ispirazione e per il 99% traspirazione.”
Naturalmente questo non significa che uno scrittore affermato o di talento ami per forza se stesso, ma solo che chi non ha fiducia nelle proprie capacità spesso finisce col rinunciare alla scrittura.
Per scrivere è necessario prendersi cura di sé, nutrire la propria autostima in modo sano. Certo, l’autostima non garantisce né talento né successo, ma una bassa autostima pregiudica le possibilità di ottimi scrittori emergenti.
Cosa fare? Di solito chi è affetto dalla maledizione del “non ce la farò mai”, accantona la scrittura convincendosi che non è cosa per lui.
Se ti riconosci e stai per gettare la spugna, fermati e prova piuttosto a imboccare una strada diversa. Ecco alcuni semplici consigli:
- Impara a separare i pensieri dettati da una bassa autostima, da quelli legati alla scrittura: se di fronte a te il foglio è ancora bianco e ti senti demotivato dai tuoi pensieri, di certo non sono considerazioni legate alla scrittura. Riconosci i falsi giudizi, accantonali e inizia a scrivere.
- Accetta di scrivere la peggior storia che sia mai stata scritta… e scrivila! Dai libero sfogo alle tue idee, non preoccuparti se un personaggio è insipido o manca coerenza all’interno della storia. Rassicurati perché nessuno leggerà mai questa prima bozza.
- Accantona la bozza e fai altro. Lascia da parte quanto scritto e dedicati ad altro, prenditi una pausa per raccogliere le idee. La storia continuerà a lavorare dentro di te.
- Ascolta i tuoi migliori alleati: riscrittura e revisione. Quando riprendi in mano la tua bozza preparati ad affrontare un difficile round tra i pensieri dettati dalla bassa autostima e quelli che nascono da una sana capacità critica. È adesso che dimostrerai la tua bravura nel riconoscerli.Facciamo un breve test:
“Questo personaggio è orribile, non sono proprio capace di renderlo come vorrei.”
“Questo personaggio è orribile, però ha qualcosa che ricorda mia sorella. Come si comporterebbe lei in una situazione del genere?”Li riconosci? Qual è il pensiero dettato dalla bassa autostima e quale dalla capacità critica? Lascia perdere il primo, concentrati sul secondo e continua a scrivere.
Non spaventarti se la tua prima bozza assomiglia ad un accozzaglia di frasi buttate a caso, di situazioni banali e personaggi insulsi. Va bene così, anzi è ancora meglio perché potrai mettere alla prova la tua creatività: prendi questo, togli quello, sposta quell’altro, ecc.
Non avere paura di sporcarti le mani: se vuoi diventare bravo/a in qualcosa devi sudare. Tutti si allenano e si esercitano, sportivi, musicisti, artigiani, pittori… perché pensare che non accada anche agli scrittori? - Allenati nella scrittura, allenati nell’autostima. Se ti prendi cura di te stesso/a, ti prenderai cura di quello che ami e del tuo talento. Sembra un pensiero new age vecchio stile, ma purtroppo racconta le storie di tanti scrittori che non riconoscendo e valorizzando se stessi, hanno finito per perdersi lungo la strada.
Metti alla prova la tua determinazione: ogni sfida che si rispetti si presenta per offrirci qualche dono inatteso.
Sei pronto ad accettare il tuo? 😉
E tu cosa ne pensi? Come l’autostima influenza il talento di uno scrittore? Quali metodi hai adottato per superare la paura di non saper scrivere bene?
Io non ho molta autostima, ma scrivo comunque. Poi magari critico terribilmente ciò che scrivo, lo modifico, lo revisiono e chissà cos’altro, però scrivo perché solo scrivendo si può migliorare. Bel post.
Ciao Romina,
il tuo è sicuramente un modo proficuo di affrontare il problema “autostima” e te ne rende merito perché non perdi di vista il tuo obiettivo finale, ovvero la scrittura.
Dimmi se sbaglio, ma quando riesci a realizzare ciò che ti eri prefissa (che sia scrivere un racconto o il capitolo di un romanzo) non ti senti meglio con te stessa? Anche le critiche sono utili quando ci spronano a migliorare, se non ci fossero saremmo capaci di voler pubblicare la prima bozza che scriviamo!
L’amore per la scrittura può anche aiutarci a sviluppare una visione più positiva di noi stessi se non ci lasciamo confondere dai “falsi messaggi” dettati dalle nostre paure.
Grazie per il commento e a presto!
Lara
Purtroppo anch’io faccio parte di questa categoria, mi riconosco a fondo, sopratutto nell’ultimo scenario, quello in cui ci si critica continuamente. Non vale solo nella scrittura, chi ha bassa autostima di se stesso di solito tende ad averla verso ogni azione che compie. Eppure sto cercando di andare avanti, anche se non è facile, anche se certe volte è davvero difficile credere in quello che faccio, sopratutto perché tendo a confrontarlo con altre opere di successo.Lo so, è sbagliato, ma sono un eterna perfezionista mai contenta del risultato.
Un abbraccio.
Ciao Miriam,
grazie per il commento! Purtroppo la bassa autostima è una nota dolente per molti di noi. Di solito, infatti, nasce in sordina e poi si estende a macchia d’olio su ogni aspetto della nostra vita, soprattutto su quelli a cui più teniamo. Eppure, il solo fatto di accorgersene, di guardarla dritta negli occhi spesso può fare la differenza. Riconoscerla è un modo per toglierle potere, detronizzarla e restituirci la dignità che ci spetta.
Mi riconosco nelle tue parole così mi permetto di darti un consiglio che io stessa ho imparato ad applicare col tempo: la bellezza non è perfetta, è un piacere. Per questo dai sempre il meglio di te in tutto quello che fai, non dimenticare che il meglio di te non sai neppure tu fin dove può estendersi, e mentre sei impegnata in questo affascinante viaggio… divertiti! Scrivi con piacere, migliorati con piacere e abbandona i confronti. I grandi scrittori (quelli davvero grandi… non le mode passeggere) hanno tutti una cosa in comune: sono riusciti ad esprimere la loro voce. Ecco l’obiettivo primo di ogni scrittore: incontrare se stesso nella scrittura. E in un incontro di questo tipo, spazio per la bassa autostima e compagnia bella non ce n’è. 😉
Ti auguro una piacevole, appassionata e divertente scrittura!
Lara
Ciao, bel post! La mia autostima è stata sempre molto bassa, ma questo non mi ha mai impedito di scrivere, né di tentare la via della pubblicazione. Ultimamente sto lavorando molto sulla fiducia in me stessa, con buoni risultati. Trovo che comunque questo, più di ogni altro, sia un campo in cui ogni tanto si ha bisogno di un incoraggiamento, perché è così difficile continuare ad attingere unicamente dal pozzo di energia dentro di sé. Il bisogno di ricevere dei feedback positivi su qualcosa per cui si lavora mesi e mesi è naturale e forse inevitabile…
Ciao Laura,
ti ringrazio!
Sono assolutamente d’accordo con quanto scrivi: da qualche parte l’energia per continuare (a scrivere, riscrivere, tentare, sperare…) bisogna pur prenderla e senza alcun feedback positivo è molto difficile. Bisognerebbe riuscire a circondarsi di persone con un sano senso critico che siano capaci di “infilare il dito nella piaga” e, al contempo, mostrarci che l’unguento per guarirla esiste ed è nelle nostre mani. Le critiche secondo me dovrebbero servire a questo: a mostrarti dove puoi fare meglio senza toglierti la fiducia di riuscire a superare il te stesso del momento. In questo tipo di critiche io ho sempre trovato una vera e propria ricarica d’energia. E i complimenti? Oh sì, servono anche loro, altrimenti si intraprende la rincorsa a un ideale miglioramento che non porta da nessuna parte. Complimenti che, però, siano fatti con cognizione di causa, che evidenzino i tuoi punti forti così da mostrarti il pezzo di strada già percorso.
Non possiamo fare tutto da soli, anche se il mestiere dello scrittore è uno dei più solitari che esista. Del resto ogni libro che si rispetti conserva sempre un posto speciale alla pagina dei ringraziamenti. 😉
Grazie per il commento, Laura!
Lara
Presente.
Bassa autostima in tutto.
Mi son rispecchiata in tutto l’articolo.
Il Tuo blog è stupendo.
Grazie per il commento e per i complimenti Angy!
Purtroppo temo che il tarlo della bassa autostima affligga molti di noi, ma riconoscerlo è il primo passo per renderlo inoffensivo (o quasi!). L’importante è non arrenderderglisi perché qualunque giudizio negativo possa averci appioppato, la verità è che non ha la benché minima idea delle altezze che potremmo raggiungere. Come saggiamente scrive Marianne Williamson: “La nostra paura più profonda non è di essere inadeguati. La nostra paura più profonda è di essere potenti oltre ogni limite.” Alle volte penso che la bassa autostima sia una forma di difesa che ci permette di rimanere al “sicuro”, nel nostro nido, non perché non saremmo in grado di volare, ma solo perché ci è stata trasmessa la paura di “volare troppo in alto”, di rischiare. E noi purtroppo ci abbiamo creduto.