La chiamata del daimon di Aldo Carotenuto è un saggio affascinante che esplora il dolore umano attraverso le storie e i personaggi ideati da Franz Kafka: i dubbi, le inquietudini, l’angoscia incontrate da chiunque si avventuri in un percorso di rinnovamento e trasformazione di sé.
La verità è ciò che ad ognuno occorre per vivere, ma non si può ricevere, né acquistare da nessuno. Ogni uomo deve produrla continuamente dal proprio intimo, altrimenti perisce. È impossibile vivere senza verità. Può darsi che la verità sia la vita stessa. (Janouch 1951)
Di Kafka ho letto Il Processo e La metamorfosi, ma avrei apprezzato il saggio di Carotenuto anche se non li avessi conosciuti perché l’autore ne offre una lettura in chiave psicologica accessibile a chiunque si trovi nel bel mezzo di un viaggio interiore.
I personaggi di Kafka sono alla ricerca di qualcosa, seguono il mito della chiamata, così come accade a chi si risveglia alla vita e inizia a porsi domande scomode e dolorose come “chi sono”, “cosa voglio fare”, “qual è il senso della mia vita”. Si tratta del richiamo alla realizzazione personale, come dice Carotenuto: “Il richiamo alla realizzazione personale è la più forte voce interiore che a ciascuno di noi è dato sentire, ma quanto più esso è intenso, tanto maggiore sarà la pena, nel caso di mancata risposta.”
Se non rispondiamo continuerà a tormentarci perché ormai ci siamo svegliati e non possiamo più far finta di non aver sentito, il nostro destino sarà quindi quello a cui vanno incontro i personaggi di Kafka che falliscono o giungono troppo tardi alla consapevolezza del cambiamento richiesto.
La sofferenza ci spinge alla ricerca, l’attenzione si sposta dall’esterno all’interno, è la chiamata della nostra anima che vuole essere vista e ascoltata.
In termini psicologici si può affermare che ognuno reca con sé la propria “croce” e deve confrontarsi con un particolare problema, il cui scopo, al di là della sofferenza, pare essere quello di aprirgli nuovi orizzonti, di rivelargli chi è. Un viaggio che trova la sua giustificazione e risposta non nella meta raggiunta ma nello stesso percorso.
La chiamata del daimon ci offre una sorta di guida per accettare il viaggio e giungere alla meta nonostante l’angoscia e il timore di fallire. Il primo cambiamento che ci viene richiesto è di prospettiva: guardare la nostra vita quotidiana e accoglierne i conflitti, valorizzare ciò che viviamo senza rinunciare ad allargare i nostri orizzonti.
Nel trasformare la propria personalità una parte dell’essere viene uccisa, sacrificata, per permettere la rinascita. Bisogna abbandonare tutto ciò che si possiede, che si è raggiunto, ma che ormai non alimenta più la nostra anima, per lanciarsi verso nuovi orizzonti, per esplorare nuove possibilità di essere.
La chiamata del daimon è la chiamata del nostro demone interiore, può farci paura ma rispondergli è imprescindibile se vogliamo vivere una vita autentica, che sia davvero nostra. Consiglio la lettura del libro a chiunque si trovi in un momento difficile della propria vita perché offre delle vere e proprie perle di consapevolezza.
È un libro da esplorare e interiorizzare per imparare ad accettare il dolore che stiamo vivendo e ritrovare dentro di noi la speranza che anche questo momento passerà.
Informazioni sul libro:
Titolo: La chiamata del daimon
Autore: Aldo Carotenuto
Editore: Bompiani
Pagine: 436
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Foto in apertura di Wayne Stadler