Come promesso, eccomi qui a parlare del libro Zero Limits di Joe Vitale, probabilmente uno dei suoi libri più famosi. Che cos’avrà di tanto speciale?
A me piacciono molto le storie e ammetto che l’idea di uno psicologo che aiuta a guarire un intero reparto di criminali malati di mente senza averli mai neppure incontrati per una seduta mi ha incuriosita parecchio.
Siamo circondati da ciarlatani, millantatori e imbroglioni, ma ogni volta che ascolto una nuova storia mi piace conservare accanto alla mia proverbiale diffidenza, un barlume di speranza e curiosità. Chissà che la storia non sia vera, chissà che ci sia ancora qualcosa di bello da scoprire.
Così, dopo averlo snobbato per qualche tempo, ho deciso di leggere il libro e scoprirne di più sul dottor Ihaleakala Hew Len e sul famoso ho’oponopono.
In parte conoscevo già il sistema hawaiano perché me ne aveva parlato un’amica e avevo in seguito letto Scopri Ho’oponopono di Mabel Katz. Credo però che non fosse il momento giusto perché il tutto mi lasciò abbastanza indifferente. In particolare, la mia diffidenza non riusciva a concepire che delle semplici parole potessero essere così potenti. Io ero stata abituata a “fare” sin da piccola e facevo fatica ad accettare qualcosa che non implicasse un’azione da parte mia per cambiare, modificare, migliorare.
Tempo dopo, leggendo Zero Limits, avrei capito che vi sono diverse modalità di intervento e spesso il riuscire ad “essere” è più potente del semplice riuscire a “fare”.
Penso di aver apprezzato appieno il libro perché i tempi per leggerlo erano maturi e poteva lasciare la sua impronta dentro di me.
La filosofia alla base di ho’oponopono è affascinante se uno si sente pronto, non dico ad abbracciarla, ma anche solo a contemplarla come possibile. Ognuno di noi è responsabile al 100% della propria vita: di ciò che vive, delle persone che incontra, di quello che va bene e di quello che va male. Difficile da accettare, vero? Soprattutto se parliamo della parte fastidiosa della vita, di ciò che vorremmo poter buttare nel cassonetto dei rifiuti senza voltarci mai indietro. Ebbene, l’idea di essere responsabili, in realtà, contiene al suo interno un potere incredibile, come se la vita ci investisse di potenzialità illimitate. Essere responsabili non significa però essere o sentirsi “colpevoli” di quanto capita, ma piuttosto riconoscere quanta parte di noi ha contribuito al manifestarsi della realtà che stiamo vivendo e se ne siamo responsabili allora possiamo anche cambiarla. Il come ce lo spiega l’ho’oponopono.
Siamo abituati a guardare il mondo che ci circonda, ma se l’universo si nascondesse al nostro interno? Se fossimo veramente potenti e disperdessimo la nostra energia da mane a sera perché inconsapevoli di esserlo? In Zero Limits Joe Vitale ci mostra una via per guardare noi stessi e la nostra vita da un altro punto di vista e riconoscere che possiamo provare una vastissima gamma di emozioni da quando nasciamo a quando moriamo, ma di fondo c’è un unico sentimento di cui siamo famelici: l’amore. Vogliamo essere amati e vogliamo amare, ma più di tutto essere amati. Vorremmo sentirci amati prima dai nostri genitori, dalla nostra famiglia, poi dagli insegnati, dagli amici, dai colleghi e anche dallo sconosciuto che ci serve un piatto caldo al ristorante perché siamo quello che siamo, perché viviamo e certe volte è veramente difficile. Il fatto è che ci manca quell’amore che noi stessi non siamo in grado di darci: vorremmo volerci abbastanza bene da realizzare i nostri sogni, ma come si fa se nell’ombra si annida una vocina, una parte di noi che ritiene che non ce lo meritiamo?
Joe Vitale lo dice senza mezzi termini:
Parlando con il dottor Hew Len iniziai a capire che per lui e in ho’oponopono la guarigione significa amare se stessi. Se volete migliorare la vostra vita, dovete curarla. Se volete curare qualcuno, anche un criminale malato di mente, dovete curare voi stessi.
Chiesi al dottor Hew Len come affrontava la propria guarigione. Cosa faceva esattamente quando guardava le cartelle cliniche di quei pazienti?
“Semplicemente continuavo a ripetere mi dispiace e ti amo”, mi spiegò.
Tutto qui?
Tutto qui.
Amare se stessi è il miglior modo per migliorare se stessi, e migliorare se stessi vuol dire anche migliorare il proprio mondo.
Francamente non è facile accettare un punto di vista così radicale, eppure credo valga la pena di provare quando uno si sente pronto a dargli una possibilità.
Il dottor Hew Len spiegò che qualsiasi cosa si cerchi e si sperimenti – qualsiasi – è dentro di noi. Se volete cambiare qualcosa fatelo dentro, non fuori. Il concetto generale è la responsabilità totale. Non c’è nessuno da accusare. Tutto è voi.
Il sistema ho’oponopono aiuta a ripulire gli schemi mentali attraverso la ripetizione di una sorta di mantra: Ti amo. Mi dispiace. Ti prego, perdonami. Grazie. Un mantra che non stiamo rivolgendo a qualcuno di esterno a noi, ma è dedicato a noi. L’amore è per noi, il dispiacere e la richiesta di perdono è rivolta a noi, così come la gratitudine.
Nel libro troverete anche le testimonianze di persone che praticando l’ho’oponopono hanno cambiato la loro vita.
Se l’argomento vi incuriosisce e avete voglia di mettervi in gioco, penso che Zero Limits vi piacerà e magari ispirerà. Non si tratta di credere, ma di sperimentare.
Da quando pratico ho’oponopono ci sono stati dei piccoli cambiamenti nella mia vita, niente di eclatante, eppure sento che qualcosa è cambiato e continua a cambiare dentro di me, come se delle vecchie e arruginite serrature iniziassero ad aprirsi. È un processo, un viaggio. Si intraprende quando è il momento giusto e per ognuno arriva in modo inatteso, ma se siete capitati qui e avete letto questa recensione, chissà che forse per voi non sia arrivato. Tentar non nuoce. 😉
Informazioni sul libro:
Titolo: Zero Limits
Autore: Joe Vitale
Editore: Edizioni Il Punto d’Incontro
Traduzione: Fabrizio Andreella
Pagine: 307