Ci sono persone che aspettano l’amore per tutta la vita. O cercano di essere accettate per chi sono o ancora bramano per ottenere giustizia. Ma come lo fanno?
Alcune rimangono sedute al sicuro, nella loro stanza, e attendono che qualcuno bussi alla porta con il bel dono tra le mani. Altre fanno e rifanno sempre le stesse cose, ripetono le stesse frasi, riprovano sempre le stesse emozioni, insomma recitano lo stesso identico copione sperando che, prima o poi, qualcosa nella loro vita cambi.
Infine, ci sono quelle che vivono, sbagliano, si inciampano, tentano nuovi approcci, si sporcano le mani e alla fine vincono o perdono.
E i tuoi personaggi a quale gruppo appartengono?
A che cosa aspirano? Amore, accettazione, giustizia… sono tutti obiettivi astratti, ideali a cui tende il cuore, ma quali azioni concrete sperimentano i personaggi nel frattempo?
Conoscere i loro obiettivi astratti è fondamentale perché sappiamo cosa li tiene avvinti, li emoziona e li muove nel profondo dell’animo ma… c’è un grande ma. Questi obiettivi di per loro non assicurano la buona riuscita di una storia, al contrario!
Ogni storia che si rispetti è tale solo se il tuo personaggio si sente amato, accettato o viene discolpato in seguito al raggiungimento di un obiettivo concreto, fisico.
Senza un obiettivo fisico è come se la storia girasse intorno a se stessa, senza direzione né brio. Assomiglia a questo dialogo:
– Vorrei tanto essere amata!
– Eh, ti capisco… ma come pensi possa accadere?
– Non so, rimango qui e aspetto.
– Hum, rimarrai qui a lungo?
– Non so, spero di no, ma che altro potrei fare?
– In effetti non lo so neppure io.
– Ecco, appunto, rimango qui e aspetto.
– …
– Oh come vorrei essere amata!
Il punto è chiaro, ma dov’è la storia?
Ecco perché avere obiettivi fisici che accompagnino quelli astratti è così importante: gli obiettivi fisici danno forma al desiderio del personaggio e ci permettono di misurarne il successo.
Cosa significa per la nostra eroina essere amata? Che cosa la farebbe sentire amata? Che cosa, concretamente, dovrebbe accadere nella sua vita perché, vivendolo, lei potesse alla fine sentirsi appagata nel suo desiderio d’amore?
Come sottolinea Amanda Patterson, tutti i personaggi hanno sempre obiettivi astratti, ma la loro soddisfazione non è altro che l’effetto collaterale del raggiungimento degli obiettivi fisici. Per cui, ciascun personaggio, ha sempre bisogno di sperimentare un obiettivo concreto, di cui possa far esperienza tramite i sensi.
Quali sono, quindi, i 5 obiettivi di una storia che definiscono una trama? Quello di cui ha bisogno un personaggio per definire il suo obiettivo fisico?
- ottenere qualcosa di concreto
- causare qualcosa di concreto
- scappare da qualcosa di concreto
- risolvere qualcosa di concreto
- sopravvivere a qualcosa di concreto
Ad esempio, la nostra eroina potrebbe incontrare quello che le sembra l’uomo della sua vita e andare a convivere con lui per poi scoprire che è morbosamente geloso, che la vita con quest’uomo la rende ancora più infelice. Che cosa deciderà di fare? Forse, dopo l’ennesima lite violenta, troverà il coraggio di lasciarlo, andarsene di casa e, così facendo, scoprirà di sentirsi amata dall’unica persona a cui non aveva mai pensato di chiedere amore, se stessa.
Banale? Detto così certamente, ma quante cose potrebbero capitarle e in quanti modi lei potrebbe scegliere di affrontarle? Nella fantasia, se le diamo spazio, c’è ben poco di banale.
Insomma, l’essenziale è non fermarsi agli obiettivi astratti, ma associarli a qualcosa di concreto, di fisico che permetta al personaggio di muoversi all’interno della storia, di vedere, toccare, annusare, gustare e agire in prima persona.
Nella vita niente di importante si raggiunge solo nella nostra mente, dobbiamo mettere le mani in pasta, sperimentare, e lo stesso vale per i personaggi delle nostre storie.