Con alcuni libri tento la sorte. Leggo il titolo, il sottotitolo, la quarta di copertina, e anche se non ne conosco l’autore mi lascio ispirare dal momento. Così è successo per No time for Karma di Paxton Robey il cui sottotitolo recita “Uscire dalla Ruota del dolore e del conflitto”. Un sottotitolo molto promettente, forse troppo vista la tenacia con cui dolore e conflitto condividono da sempre il nostro cammino.
In questo libro si parte dal presupposto che la vita su questa terra sia un’avventura scelta liberamente e che tutte le esperienze che facciamo siano lezioni da imparare. La Terra sarebbe quindi una scuola, una mega scuola divisa in classi, ciascuna classe con i propri insegnamenti.
Ci sono gli allievi di prima e di seconda, quelli di terza e di quarta, gli allievi di quinta e poi ci sono quelli già promossi che spesso diventano insegnanti di tutti gli altri allievi. Per chi, come me, non ha amato molto la scuola, si tratta di un concetto abbastanza inquietante! Eppure, sotto un altro punto di vista è rassicurante pensare che nulla avvenga per caso e che si sia tutti diretti, ognuno alla propria velocità, verso un’unica destinazione: la pace dentro e fuori.
Quando ci fermiamo a considerare cosa la Terra debba insegnarci, scopriamo che si tratta di una scuola alquanto elementare. La gente sta semplicemente cercando di imparare a star bene con se stessa e ad amarsi reciprocamente. Chissà quante classi dovremo frequentare prima di arrivare al concetto di un’unica famiglia per ogni pianeta.
Per chi si avvicina oggi a questo genere di letture, il libro si rivelerà sotto certi aspetti folle e incredibile. Alcune idee ribaltano totalmente l’interpretazione generale a cui siamo abituati: Dio, la religione, la sofferenza, l’idealismo… c’è la possibilità di un nuovo sguardo su tutto.
La terza superiore
Paxton accenna al fatto che, all’inizio, una delle cose più difficili da capire per i ricercatori spirituali sia che Dio non consente errori.
Dio è amore e l’amore non è coerente con gli errori e con ciò che è sbagliato.
È un concetto che emerge anche in Conversazioni con Dio: Dio non consente errori sulla Terra.
Ram Dass ricorda le parole del suo guru a proposito delle persone che muoiono di fame. Con le lacrime agli occhi il guru gli disse: “Non riesci a vedere come tutto sia perfetto?” È perfetto e fa schifo. Ad ogni modo qui accade molto più di quanto possiamo capire con la nostra mente attuale.
Pur dividendo la scuola Terra in classi è importante sottolineare che non si tratta di una distinzione gerarchica, ma di lezioni apprese. L’appartenenza a ciascuna classe è solo un fatto temporaneo e non divide gli allievi in superiori e inferiori.
Paxton inizia a parlare delle classi a partire dalla terza superiore dove si trovano tutti quelli che oggi puntano molto sul cervello, sulla logica, su tutto ciò che potremmo definire intellettuale.
Ce ne sono molti sul pianeta che lavorano come economisti, educatori, generali, politici e alcuni ci ricordano i nostri genitori. Sono tutti molto dogmatici ed è assai difficile insegnar loro qualcosa, dato che sanno già così tanto. L’unico modo per far loro accettare una lezione è che questa si adatti al loro sistema preconfezionato di spiegazioni logiche.
Si resta in terza superiore finché si sente il bisogno di allenare questo tipo di caratteristiche, ma poi arriva il momento in cui ci si rende conto che le priorità stanno cambiando.
Dopo una serie di vite estenuanti, passate cercando di mettere a posto gli altri, alla fine decidono che non si può fare. E nel rinunciare alla lotta, inconsapevolmente consentono all’universo di promuoverli alla classe superiore.
La quarta superiore
In questa classe, la lezione principale verte sulla compassione. Qui ci si trova dall’altro lato della barricata rispetto agli allievi di terza, agli intellettuali, a chi prende decisioni sempre razionali.
In questa classe si lavora sull’altra metà del proprio essere, cercando di creare un equilibrio.
… coloro che frequentano la quarta superiore stanno sviluppando il loro lato intuitivo e vivono tutta la vita basandosi su ciò che sentono essere giusto. Sono individui sensibili, che spesso rifuggono gli aspetti pratici per aiutare qualcuno o qualcosa. Questo a volte causa loro pesanti critiche da parte del alto logico-razionale del mondo.
Si tratta di persone spesso animate da un ideale: ognuno a modo proprio vorrebbe salvare il mondo. C’è chi si occupa dell’ambiente, chi dei bambini, chi degli animali, chi degli indigenti… Il loro punto debole spesso è che tendono ad essere contro qualcosa e non a favore di qualcos’altro. Ovvero sono combattenti e per questo lottano contro l’inquinamento (che sembrerebbe essere la stessa cosa dell’essere a favore di un ambiente pulito ma non è così), contro la guerra, contro lo sfruttamento, contro la povertà…
Se però prendiamo per buona la legge cosmica per cui si attrae quello che si è dentro, allora che cosa si attrae se si è contro l’inquinamento? O contro la povertà o la guerra? Questo è un punto nevralgico per gli allievi di quarta.
La legge cosmica stabilisce che se vuoi apportare guarigione devi essere guarito e che se vuoi portare la pace deve essere in pace. Se vuoi dare gioia al mondo, devi essere gioioso. Non puoi donare qualcosa che non possiedi. Gli studenti di quarta non possono permettersi di essere felici quando altri esseri umani stanno male.
O così perlomeno credono finché non arriva per loro il momento di fare il grande salto, ovvero di passare alla classe successiva.
La quinta superiore
Questa classe è tosta e bellissima. Scrive Paxton, sull’allievo di quinta
Potrebbe aver pensato che una volta ottenuto l’equilibrio sarebbe stato su una strada in discesa, ma ora si trova a chiedersi perché c’è ancora della spazzatura nella sua vita e perché vede ancora tanti errori sul pianeta. Ora è pronto per il passo successivo.
Il passo successivo è un lavoro interiore. Chi lo inizia spesso desidera solo “tornare a casa”, stare bene con se stesso, trovare la pace. Una freccia importante che hanno al loro arco gli allievi di quinta è la consapevolezza. Non sono immuni dagli errori, ma sono più veloci nell’accorgersi che stanno per commetterne uno, che stanno per ricadere in una vecchia abitudine. Riescono a prendere il buono di quello che hanno imparato nelle altre classi portandolo al livello successivo.
Alla base di ogni avanzamento da una classe a un’altra c’è sempre una dichiarazione di resa: si arriva al punto in cui ci si rende conto che l’intelletto non può tutto così come la compassione. Ci si arrende a quello che è, volenti o nolenti. Alle volte la resa arriva dopo essere caduti a fondo nel fango, senza quasi più le forze per rialzarsi. Sembra che tutto sia perduto ed è proprio in quel momento che con la resa arriva anche la promozione.
Piano di studi, insegnati, testi e… il diploma
Il libro prosegue presentando il piano di studi con le varie leggi cosmiche che si dice governino il pianeta come la famosa legge di attrazione per cui è la coscienza a creare la realtà, mentre il comportamento è perlopiù irrilevante; il potere della preghiera e della fiducia, il ruolo giocato dalle credenze nel creare relazioni buone e cattive.
Dopo di che si parla del corpo insegnante, dei libri di testo e della consegna dei diplomi.
Non solo hai il permesso, ma ha l’obbligo di fare qualunque cosa tu voglia, adesso. Se vuoi guarire il pianeta, devi fare esattamente ciò che ti piace e nient’altro. Devi essere esattamente ciò che sei e nessun altro. Solo seguendo la tua beatitudine puoi scatenare la creatività che sei venuto sulla Terra per condividere. Dobbiamo tutti essere creatori ed esempi di pura beatitudine. Questo è l’unico modo per il pianeta di riempirsi di gratitudine.
Per esperienza personale ho imparato che ogni libro ha un suo tempo, diverso per ciascuno di noi. Ci sono infatti libri che non leggeremo mai, e altri che leggeremo troppo presto e non capiremo o avverseremo. Poi, ci saranno quelli che leggeremo al momento “giusto” e allora alcune tessere sparse del nostro puzzle personale troveranno magicamente il loro posto.
- Tutto va bene così com’è
- Su questo pianeta non c’è niente da sistemare, c’è solo la nostra coscienza da accrescere
- Ogni persona sta imparando esattamente ciò per cui si è iscritta alla scuola Terra
- Ciò che sta accadendo su questo pianeta è perfetto e allo stesso tempo fa schifo.
- È perfetto da una prospettiva didattica.
- Fa schifo da una prospettiva umana.
- Il fatto che faccia schifo non lo rende sbagliato.
- Il nostro desiderio di sistemare le cose deriva dalla credenza che l’universo permetta ingiustizie e abusi
- L’universo non li permette.
Informazioni sul libro:
Titolo: No time for Karma
Autore: Paxton Robey
Editore: Spazio Interiore
Traduzione: Andrea Panatta e Mariavittoria Spina
Pagine: 285