Uno scolaro chiese al Magghid di Zloczow: “Nel libro di Elia leggiamo: ‘Ognuno in Israele è obbligato a dire: Quando s’avvicineranno le mie opere a quelle dei miei padri, Abramo, Isacco, Giacobbe?’ Come dobbiamo interpretare questa frase? Come possiamo mai pensare di riuscire a fare quello che fecero i nostri padri?”
Il Rabbi rispose: “Come i nostri padri inventarono nuovi modi per servire Dio, ciascuno un servizio differente, in sintonia col proprio carattere: l’uno, quello della Grazia, l’altro quello del Rigore, il terzo quello della Gloria, così anche ognuno di noi, a modo suo, dovrebbe escogitare qualcosa di nuovo alla luce dell’insegnamento e del servizio, compiendo non quanto già è stato fatto, ma ciò che resta ancora da fare“.
Tratto da Racconti chassidici di Martin Buber
Foto di Mikael Wiman