Riporto alcune citazioni tratte dal libro Fuga dalla libertà di Erich Fromm:
Possiamo chiamare solitudine morale quella mancanza di rapporto con valori, simboli, modelli; e affermare che la solitudine morale è intollerabile quanto la solitudine fisica, o piuttosto che la solitudine fisica diventa intollerabile solo se implica anche la solitudine morale.
… la struttura della società moderna influisce sull’uomo contemporaneamente in due modi: egli diventa più indipendente, autosufficiente e critico, e al tempo stesso diventa più isolato, solo e impaurito.»
Il significato della vita è diventato incerto, se i proprio rapporti con gli altri e con se stessi non offrono sicurezza, allora la fama è un mezzo per far tacere i propri dubbi.
L’egoismo è una forma di avidità […], affonda le sue radici nella mancanza di simpatia per se stessi.
L’uomo, pur avendo raggiunto un grado notevole di dominio della natura, non controlla le forze della società che ha creato.
Le crisi economiche, la disoccupazione, la guerra governano il destino dell’uomo. L’uomo ha costruito il suo mondo […] ma si è estraniato dal prodotto delle sue mani, non è più davvero il padrone del mondo che ha costruito.
L’uomo non vende soltanto merce, vende anche se stesso e si sente una merce. […]
Se le qualità che uno ha non servono, egli non ne possiede alcuna; proprio come una merce invendibile non ha valore, pur potendo aver una sua utilità.
Così, la fiducia in se stessi, il “sentimento dell’io”, sono soltanto indicazioni di ciò che gli altri pensano della persona. Questa non si convince del proprio valore indipendentemente dalla popolarità o dal suo successo sul mercato.
Se è ricercata, è qualcuno; se non è popolare, non è nessuno. Questo dipendere della stima di sé dal successo della “personalità” è la ragione principale per cui la popolarità ha per l’uomo moderno una così grande importanza.
I meccanismi di fuga dalla libertà
Il primo meccanismo di fuga dalla libertà che tratterò è la tendenza a rinunciare all’indipendenza del proprio essere individuale, e a fondersi con qualcuno o qualcosa al di fuori di se stessi per acquistare la forza che manca al proprio essere.
Altri meccanismi di fuga sono il ritiro dal mondo spinto a un punto tale da far perdere a quest’ultimo il suo carattere minaccioso; e il gonfiamento psicologico di se stessi, portato a un punto tale da far diventare piccolo al confronto il mondo esterno.
… la brama di potere non si fonda sulla forza, ma sulla debolezza. È l’espressione dell’incapacità dell’io individuale di reggersi da solo, e di vivere. È il disperato tentativo di acquistare una forza secondaria là dove manca la forza genuina.
[L’autorità anonima] ha assunto le sembianze del senso comune, della scienza, della sanità psichica, della normalità, dell’opinione pubblica. Non pretende nulla, se non ciò che è di per sé evidente.
L’autorità anonima è più efficace dell’autorità palese, perché non si sospetta mai che ci sia un ordine che si è tenuti ad osservare.
Per evitare la distruttività
La distruttività è il risultato della vita non vissuta.
Julien Green: “Sapevo che contavamo poco di fronte all’universo, sapevo che non eravamo nulla; ma l’essere così incommensurabilmente nulla sembra in qualche modo schiacciante e al tempo stesso rassicurante. Quelle figure, quelle dimensioni oltre la portata del pensiero umano, sono totalmente soverchianti. Esiste qualcosa a cui possiamo aggrapparci? In mezzo al caos di illusioni, in cui veniamo gettati a capofitto, una cosa sola si profila come vera, ed è l’amore. Tutto il resto è nulla, un vuoto. Scrutiamo in un immenso e nero abisso. E abbiamo paura.”
…tale sentimento di isolamento e impotenza, qual è stato espresso da questi scrittori, e qual è avvertito da molti cosiddetti nevrotici, non è qualcosa di cui la persona media normale sia consapevole. È troppo spaventoso: viene coperto dalla routine quotidiana delle sue attività, dall’incoraggiamento e dall’approvazione che trova nei suoi rapporti personali o sociali, dal successo economico, da innumerevoli distrazioni, dal ‘divertisi’, dal ‘fare conoscenze’, dall’ ‘andare in giro’, Ma il fischiare nel buio non porta luce.
Per chi non avesse letto il libro, ecco qualche informazione in più:
Recensione di “Fuga dalla libertà”
Libertà, una di quelle parole che lasciano in bocca un sapore agrodolce. Per la libertà si lotta e dalla libertà si fugge. Sembrerebbe un controsenso, ma a pensarci bene è proprio quello che accade quando finalmente riusciamo ad afferrarla e, guardandola in faccia, scopriamo che in realtà ci terrorizza.
Possibile?
Perché abbiamo paura della libertà? è la domanda che si pose Erich Fromm nel suo lavoro di psicoanalista, testimone non solo dei drammi privati dei suoi pazienti, ma anche del grande dramma della Seconda Guerra Mondiale e della successiva éra consumistica.
Possibile che la libertà sia un problema di tipo psicologico? Che le persone la bramino e ne siano terrorizzate al contempo?
Informazioni sul libro:
Titolo: Fuga dalla libertà
Autore: Erich Fromm
Editore: Oscar Mondadori
Traduzione: Cesare Mannucci
Pagine: 240
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