¡Attenzione spoiler!
Ebbene sì vi voglio parlare di un film per bambini o meglio, il film è un pretesto per condividere una riflessione. Mi è capitato di guardarlo qualche sera fa, dopo aver fatto un po’ di zapping, e seppure non fossi completamente concentrata vi è stato un momento in cui ho distolto l’attenzione da qualunque altra cosa io stessi facendo e ho pensato: oh cavolo!
In sintesi Molly è un’orfana che trova un libro da cui apprende l’arte di ipnotizzare. All’inizio la usa perché vuole piacere agli altri e per migliorare la sua vita all’interno dell’orfanotrofio. In seguito, giunta a Londra dopo una precipitosa fuga, ricorre all’ipnosi per affermarsi come giovane stella dello spettacolo, pur essendo totalmente incapace sia di cantare che di ballare.
Il suo spettacolo va sold out, lei è una celebrità acclamata, ma sa che nel momento in cui si mostrerà al pubblico sarà smascherata, per cui deve escogitare un modo per ipnotizzare non solo le persone in sala, ma anche tutti gli spettatori che la guarderanno attraverso uno schermo.
Ci riesce, ipnotizza tutti tranne un ragazzino che, a casa con la famiglia, non la stava guardando durante il “rito”. Mentre i genitori e la sorella assistono estasiati allo spettacolo in TV, il ragazzino ad un certo punto solleva lo sguardo dal suo videogame, guarda Molly che sta ballando e cantando in modo del tutto scoordinato ed esclama: “Ma è pessima! Un bambino dell’asilo lo saprebbe fare meglio!” Naturalmente genitori e sorella non gli danno retta e continuano a guardare incantati la TV. Il ragazzino è l’unico a vedere quanto Molly sia scoordinata e stonata e non riesce a capacitarsi del fatto che la sua famiglia non sembri rendersene conto.
A differenza di quanto accade nella fiaba “I vestiti nuovi dell’imperatore”, anche se il ragazzino nel film espone la realtà dei fatti, nessuno lo ascolta, nessuno gli dà retta e se lo facessero lo considererebbero pazzo perché, letteralmente, le altre persone stanno vedendo una realtà diversa, sono immerse in un’altra narrazione. Lui, e pochi altri come lui, si ritrovano nella posizione di vedere le cose per come davvero sono, ma ciò non basta, nessuna “rivelazione” sembra poter scalfire la granitica visione del mondo a cui tutti gli altri, essendo stati ipnotizzati, aderiscono.
Nel film, dopo lo spettacolo, Molly si rende conto che quella finzione non fa per lei, che ingannare le persone per farsi ammirare e voler bene non le dà gioia e sparirà dalle luci della ribalta per tornare alla realtà da cui era scappata all’inizio, l’unica realtà in cui le sia permesso essere amata per chi realmente è.
Ma se, al contrario, Molly avesse scoperto che la fama le piaceva troppo? Che l’ammirazione delle persone era un nettare a cui non voleva rinunciare? Quanto a lungo le due realtà avrebbero potuto coesistere? Quella di chi la percepiva come una bravissima ballerina e cantante e quella di chi la vedeva come un’anatra starnazzante sul palco?
E se il numero di persone ipnotizzate fosse stato in apparenza più alto di chi non lo era? Cosa sarebbe accaduto a chi avrebbe provato a manifestare i suoi dubbi sulla bravura di Molly? Perché un conto è dire “a me non piace questo e non lo seguo”, un altro è dire “io non vedo le stesse cose che vedi tu“.
Quando chi è sotto ipnosi si accorge di esserlo? Quando una narrativa si è impadronita a tal punto della sua visione del mondo, da spazzar via ogni altra voce, ogni dubbio?
Possono sembrare domande futili dato che nel film Molly è il personaggio buono e nonostante il grande potere che ha finisce per prendere la decisione che meglio accontenta il nostro cuore. Ma la vera domanda che mi sono posta è: davvero avremmo lasciato il potere di disporre di noi all’animo di Molly? E se Molly avesse avuto a cuore solo il suo di benessere?
Qualcuno potrà obiettare che sono domande poste sul nulla dato che la realtà si basa solo sulla logica dei fatti e non sulla magia. E qualcun altro potrebbe spazzar via ogni tentativo di discussione affermando che non c’è nulla da grattare sotto la superfice perché la verità viene sempre a galla, in un modo o nell’altro, soprattutto in un mondo interconnesso come il nostro.
Su quest’ultimo punto concordo e mi fermo lanciandovi però un’altra domanda: giusto, la verità viene sempre a galla. Ma quale verità?
Spesso crediamo di avere dalla nostra razionalità e lucidità mentale. Crediamo che nessuno possa ingannarci, non in modo così plateale o spudorato. Ma è proprio partendo da questo presupposto che l’inganno viene ordito. Se mai vi è capitato di pronunciare la fatidica frase “No, dai è assolutamente impossibile”, allora fermatevi un attimo, fate un bel respiro e provate a chiedervi: e se così non fosse?
Forse scoprirete di aver sempre avuto ragione. O forse no. Chissà. In ogni caso val la pena di porsi la domanda.
Immagine in apertura tratta dal film “Molly Moon e l’incredibile libro dell’ipnotismo”