Penso che le persone siano spesso inconsapevoli dei loro sé interiori, i loro altri sé, i loro sé immaginativi, i sé che non vengono mostrati al mondo. È qualcosa con cui cresci dall’infanzia in poi, perdi il possesso di te stesso, sul serio.
Penso che la letteratura sia uno dei modi in cui possiamo tornare a noi stessi: rimani ipnotizzato non appena entri in un libro che è particolarmente adatto a te, che sia narrativa o una poesia. Scopri che le tue difese cadono e, non appena accade, una realtà immaginale può prendere il sopravvento perché non stai più censurando le tue stesse percezioni, la tua consapevolezza del mondo.
Jeanette Winterson, The Art of Fiction No. 150
Liberamente tradotto. La versione originale:
I think people are often quite unaware of their inner selves, their other selves, their imaginative selves, the selves that aren’t on show in the world. It’s something you grow out of from childhood onwards, losing possession of yourself, really. I think literature is one of the best ways back into that. You are hypnotized as soon as you get into a book that particularly works for you, whether it’s fiction or a poem. You find that your defenses drop, and as soon as that happens, an imaginative reality can take over because you are no longer censoring your own perceptions, your own awareness of the world.
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