Quando si parla di scrittura spesso si pensa a quali tecniche apprendere, a cosa possa aiutarci a realizzare quel racconto o quel romanzo che culliamo dentro di noi ma che, al contempo, appare così refrattario ad uscire, a mostrarsi al mondo.
Meno spesso ci interroghiamo sulle difficoltà, le ostilità che percepiamo nei confronti della nostra stessa “creatura”: potremmo definirla paura, dubbio, Steven Pressfield nel suo saggio The War of Art la chiama Resistenza.
Ne abbiamo già parlato nell’articolo dedicato al libro di Victoria Nelson On writer’s block, ma Pressfield esplora l’argomento da un altro punto di vista che abbiamo trovato altrettanto interessante. Ancora di più dopo averci sbattuto noi stessi contro.
It’s not the writing part that’s hard. What’s hard is sitting down to write.
The War of Art, Steven Pressfield
Ebbene sì, non è scrivere la parte più difficile, ma vincere la resistenza a farlo, a mettersi seduti e scrivere. I motivi possono essere molteplici, profondamente personali, ma quando accade di fatto siamo tutti membri di uno stesso club ed è fondamentale riconoscere cosa questo implichi, cosa significhi per noi e per la nostra “arte”, qualunque essa sia.
L’autore, infatti, non si rivolge solo agli scrittori, ma in generale a chiunque senta dentro di sé la spinta a creare scoprendosi però incapace di concretizzarla.
Are you a writer who doesn’t write, a painter who doesn’t paint, an entrepreneur who never starts a venture? Then you know what Resistance is.
The War of Art, Steven Pressfield
Sappiamo tutti cosa significa resistere a qualcosa, opporre resistenza a qualcosa. È un po’ come se fossimo sotto incantesimo, ci ripetiamo: “Vorrei, vorrei tanto, ma… forse domani, forse un’altra volta”. E domani diventa dopodomani e quell’altra volta si allontana sempre più nel tempo.
Arriviamo anche a pensare che forse quella spinta che sentiamo a creare è solo una velleità, un inganno della mente, ci chiediamo: “Se davvero facesse parte del mio destino perché semplicemente non potrei sedermi e darle vita? Forse tutta questa resistenza mi sta dicendo che non è la strada per me…”
Ed ecco che arriva Pressfield a dirci: Eh no, per niente! È questa convinzione che ti sta ingannando. Bada bene perché…
The more important a call or action is to our soul’s evolution, the more Resistance we will feel.
The War of Art, Steven Pressfield
È una battaglia con le parti di noi che dubitano, si sottomettono alla visione di qualcun altro, che pensano che ci sia un modo migliore di vivere, ma che non sia quello che sentiamo dentro di noi.
Una battaglia che, come ci ricorda l’autore, va combattuta ogni giorno per riappropriarci della nostra voce, del nostro cuore, della nostra visione: in definitiva della nostra vita, che è l’opera d’arte più importante che saremo mai chiamati a creare.
Fear tells us what we have to do.
The more scared we are of a work or calling, the more sure we can be that we have to do it.
The more fear we feel about a specific enterprise, the more certain we can be that that enterprise is important to us and to the growth of our soul.
So if you’re paralyzed with fear, it’s a good sign. It shows you what you have to do.
The War of Art, Steven Pressfield
Una delle paure che più alimentano la nostra resistenza, soprattutto se siamo all’inizio, è la paura del fallimento:
Resistance knows that the amateur composer will never write his symphony because he is overly invested in its success and overterrified of its failure. The amateur takes it so seriously it paralyzes him.
The War of Art, Steven Pressfield
L’autore lo dice bene: “Il principiante prende la paura di fallire troppo sul serio e questo lo paralizza”.
Quanto siamo abituati a prenderci sul serio? Ovvero a delegare al nostro senso di importanza tutto quello che di bello e buono potremmo essere?
Pensiamo di dover forse creare il capolavoro di una vita? E per questo motivo ogni tentativo potrebbe portarci alla terribile scoperta di non essere all’altezza di quell’aspettativa? Cosa accadrebbe, invece, se ci liberassimo di questa pesantissima serietà permettendoci di godere del momento, quel prezioso e irripetibile momento in cui ci mettiamo all’opera? Se accogliessimo quello che emerge dalla nostra ispirazione profonda come nient’altro che un dono che ci viene fatto? E se ci divertissimo e basta in quel momento?
We must do our work for its own sake, not for fortune or attention or applause.
The War of Art, Steven Pressfield
Non si tratta di fustigarsi, per l’ennesima volta, perché non si riesce a fare qualcosa, ma di fermarsi un attimo e provare ad accogliere un nuovo punto di vista. Scoprire cosa può darci e come potrebbe cambiare il nostro approccio. Di riconoscere come ci auto-sabotiamo e poi concedersi una diversa possibilità perché, come scrive l’autore
His goal is not victory (success will come by itself when it wants to) but to handle himself, his insides, as sturdily and steadily as he can.
The War of Art, Steven Pressfield
L’obiettivo non è vincere (il successo arriverà quanto vorrà) ma di gestire noi stessi, il nostro mondo interiore, tanto saldamente e costantemente quanto ci sia possibile.
Perché, alla fine, qualunque nostra creazione è un’ispirazione che ci è stata donata e possiamo decidere cosa farne: se sotterrarla, come i famosi talenti della parabola biblica, o usarla, trasformarla in qualcosa che parli anche di noi e poi condividerla.
Forse è proprio questo il messaggio che la resistenza reca con sé: che, a dispetto di tutto, ne varrà la pena.
Purtroppo il libro di Pressfield non è stato tradotto in italiano, ma se l’inglese non vi spaventa ve lo consigliamo: si tratta di un breve saggio interessante e scorrevole, ricco di spunti interessanti.
La paura ci dice cosa dobbiamo fare.
Più siamo spaventati da un lavoro o da una chiamata, più sicuri possiamo essere che sia quello che dobbiamo fare.
Più proviamo paura circa una specifica impresa, più certi possiamo essere che quell’impresa sia importante per noi e per la crescita della nostra anima.
Così, se sei paralizzato dalla paura, è un buon segno. Ti mostra quello che devi fare.
The War of Art, Steven Pressfield
Informazioni sul libro
Titolo: The War of Art
Autore: Steven Pressfield
Editore: Black Irish Entertainment LLC
Pagine: 194
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Immagine in apertura di Vicky Sim