A tu per tu con la paura di Krishnananda e Amana è uno di quei libri che ho conosciuto per “un caso fortuito”, Jung la definirebbe sincronicità ovvero quando ti accade qualcosa che non avevi programmato, ma che poi si rivela significativa e innesca, a sua volta, una nuova serie di eventi.
Di solito quando sento pronunciare la parola “paura” drizzo subito le antenne e la mia attenzione è attirata in quella direzione perché lì so che c’è qualcosa di interessante, qualcosa che potrei aver bisogno di sapere. Di paura ho già parlato nella recensione al libro I principi della serenità di Brenda Soshanna, ma con A tu per tu con la paura ho arricchito ulteriormente la mia conoscenza di questa compagna di viaggio particolarmente fastidiosa.
Come recita la quarta di copertina del libro:
La paura è onnipresente e, per quanto cerchiamo di ignorarla, superarla, rimuoverla o negarla, essa esercita un effetto potente e rimane una forza nascosta che può causare ansia cronica, sabotare la nostra creatività, renderci rigidi, sospettosi, ossessionati dalle sicurezze, e può annullare i nostri sforzi di trovare l’amore. Se invece facciamo amicizia con la paura, portandola alla scoperto ed esplorandola, essa può diventare una forza di trasformazione, aprendo in noi un abisso di vulnerabilità e autoaccettazione.
A tu per tu con la paura, Krishnananda e Amana
Fare amicizia con la paura: dopo aver passato anni temendola e lasciandomi condizionare, il concetto di provare a farci amicizia mi ha incuriosito e così eccomi qui a parlare di un libro che posso sicuramente annoverare tra quelli che più mi hanno ispirata negli ultimi anni.
L’obiettivo del saggio è mostrare quanto la paura condizioni il nostro modo di porci in relazione, in particolare spingendoci a comportamenti di dipendenza o, al contrario, di evitamento. Qual è la paura più grande che proviamo?
Anche se possiamo non esserne consapevoli riguarda in realtà noi stessi, la nostra parte più vulnerabile; riguarda il nostro timore che se ci apriamo all’altro, se gli concediamo fiducia potremmo essere abbandonati o traditi e andare in pezzi.
L’altro è la nostra promessa di essere amati e accettati, ma al contempo è anche il nostro peggiore nemico: colui che con una sola parola o un gesto può distruggere ogni nostra certezza e ridurci a un mucchietto di cenere. Cosa siamo senza l’altro? E al contempo possiamo permetterci di essere davvero noi stessi in sua presenza? L’amore che ci riserva sarà incondizionato o piuttosto ci sarà concesso “solo a condizione che”?
Se almeno una volta nella vita vi siete posti uno di questi interrogativi, se vi rendete conto che nelle vostre relazioni manca equilibrio perché vi aspettate qualcosa che l’altro non sembra disposto a darvi oppure perché non riuscite a fidarvi abbastanza per potergli concedere una possibilità di conoscervi, allora forse A tu per tu con la paura è un libro che potrebbe rispondere a qualcuno dei vostri interrogativi, chiarire alcuni dei vostri dubbi e offrirvi nuove prospettive da cui guardare voi stessi e le vostre relazioni.
Quando la paura non è riconosciuta (…) invalida la nostra capacità di entrare in intimità perché non ci concentriamo più su noi stessi, ma sull’altro, o su ciò che l’altra persona fa o non fa, oppure su tutti i vari modi in cui non ci sta dando quello che vogliamo. Non lavorare sulla paura invalida anche la creatività e devasta l’autostima. […]
Forse, alla fine, cerchiamo tutti la stessa cosa: la capacità di accettare e amare noi stessi e di condividere questo amore con un’altra persona.
A tu per tu con la paura, Krishnananda e Amana, pagine 12-13 e 15
Il libro si compone di 5 parti:
1. Le radici di paura e insicurezza
Da bambini sviluppiamo fiducia, sicurezza in noi stessi e autostima quando ci viene riflessa la nostra essenza. Ciò accade quando ci sentiamo percepiti, visti, ascoltati, guidati o onorati in quanto individui che stanno germogliando. Ma se invece siamo gettati in uno stampo costituito da aspettative e proiezioni che ci provengono da altri e che non si armonizzano con la nostra essenza e le nostre doti naturali, se la nostra spontanea vitalità viene repressa dalla colpa e, ancor peggio, se non ci sentiamo desiderati, se ci sentiamo bistrattati, copriamo il nostro nucleo essenziale di amor proprio, entusiasmo, spontaneità e autenticità, con una coltre fatta di insicurezze, pure, autosabotaggio e dubbi su noi stessi.
A tu per tu con la paura, Krishnananda e Amana
2. Lo stato di coscienza del bambino e come questo dirige la nostra vita
Dietro le nostre migliori intenzioni c’è il desiderio di cambiare l’altra persona affinché possiamo sentirci più in connessione, più soddisfatti, più in compagnia, più unici, e avere maggiori possibilità persino per approfondire l’intimità.
A tu per tu con la paura, Krishnananda e Amana
3. Come fuggiamo dalle nostre paure
Le nostre compensazioni non sono soltanto inconsci schemi abituali di protezione, ma formano anche un sistema di convinzioni basato sulla privazione di amore e di sostegno sofferta durante l’infanzia. Questo sistema di convinzioni è come un film che scorre nella nostra testa, determinando il modo in cui vediamo e sentiamo il mondo intorno a noi. Per esempio, quando stiamo compiacendo, siamo convinti che essere diretti e assertivi non sia sicuro. Se stiamo controllando, siamo convinti che se perdessimo il controllo accadrebbe qualcosa di terribile. Quando ci scontriamo, crediamo che la scelta sia lottare o essere controllati. Nel ritirarci, siamo convinti che il mondo sia un posto troppo insensibile in cui aggirarsi. Quando siamo immersi in questo film non vediamo la realtà per come è, ma attraverso la prospettiva di un bambino ferito.
A tu per tu con la paura, Krishnananda e Amana
4. Lavorare con la paura. Modi che possiamo cambiare
Guadagniamo rispetto per noi stessi quando impariamo ad amarci e a consideraci abbastanza da onorare il nostro valore. Quando riscopriamo il nostro valore, rispettiamo naturalmente i nostri confini e troviamo l’abilità e il coraggio per proteggere il nostro spazio. Prima di ciò, ci alterniamo tra l’essere vittima e l’essere tiranno. La vittima trasmette un’energia che stimola vergogna, il tiranno induce gli altri alla vergogna per evitare di sentire la propria.
A tu per tu con la paura, Krishnananda e Amana
5. Mettersi in relazione al di là della paura. La strada verso l’amore consapevole
Lasciar andare significa spostare l’attenzione all’interno – invece di controllare l’esterno, ascoltiamo cosa è stato provocato al nostro interno. […]
Lentamente, riesco a comprendere che il mio nutrimento non arriva dalla soddisfazione dei miei bisogni e desideri dall’esterno, ma dall’andare dentro, dal ritornare ogni volta a me stesso, dalla pura gioia della scoperta di sé e dal recuperare il mio centro.
A tu per tu con la paura, Krishnananda e Amana, pagina 253
Accanto alla teoria sono presenti anche esercizi pratici e di meditazione.
Non si tratta solo di un libro, ma di un viaggio che intraprendiamo dentro noi stessi. Se siete pronti per affrontarlo, allora non posso che consigliarvi di acquistare il biglietto, preparare lo zaino e partire. Non posso promettere che non ci saranno scossoni e momenti di disagio, ma potreste scoprire, come è accaduto a me, che anche quello che si credeva spezzato ha solo bisogno di tempo per guarire e che, al contempo, proprio in quella parte di noi che abbiamo sempre pensato di dover proteggere, là dove custodiamo la nostra vulnerabilità, si nascondono risorse inaspettate e una forza… invincibile.
Informazioni sul libro
Titolo: A tu per tu con la paura
Autori: Krishnananda, Amana
Editore: Feltrinelli
Traduzione: Simonetta Lochi
Pagine: 264
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Immagine di michael joiner