Cercai Kristal con lo sguardo: si era allontanata e la intravidi davanti a un gruppo di tombe. Mi avvicinai per salutarla, sembrava immersa nei suoi pensieri.
«Kristal», pronunciai e lei trasalì. «Volevo salutarti, torno a casa.»
Annuì riportando lo sguardo sulle lapidi. Le guardai anch’io, forse c’era qualcuno che conosceva. Feci per allontanarmi ma lei disse: «Non riesco a piangere.» Mi fermai e la osservai. «Ci ho provato, continuo a provarci, ma non ci riesco. Non escono.»
Mi avvicinai di un passo.
«Non puoi obbligarti, piangerai quando sarai pronta.»
«Pronta? Pronta per cosa?»
«Per lasciarti piangere.»
«Sono una persona così orribile?»
«In che senso?»
«Non provo dolore? Dovrei piangere.»
«Kristal, guardami.» Lei si voltò verso di me, lo sguardo disperato, smarrito. Conoscevo bene quello sguardo, quella sensazione di impotenza e gelo. Come se non si provasse niente, ma in realtà si stata provando tutto. Troppo di tutto.
«Ad alcune persone succede», provai a spiegare. «Il loro dolore si solidifica, le lacrime si fanno di ghiaccio.» Lei mi fissò confusa. «Anch’io non sono riuscita a piangere alla morte di mia nonna Nora. Non una lacrima. Era come se non provassi niente, come se il cuore mi fosse stato inghiottito.»
«E cosa hai fatto?»
«Nulla. Cosa avrei potuto fare?»
«Quindi non piangerò mai?»
«Non so, Kristal, ma penso di sì. Piangerai anche tu, ma sai cosa ho capito adesso? Che per piangere ci va coraggio.»
«Coraggio per piangere?» Rise amara.
«Oh sì, ci va tanto coraggio per piangere», confermai. Kristal continuò a fissarmi, come se ora stesse soppesando le mie parole.
«Tu hai poi pianto per tua nonna?»
«Non ancora, non credo di essere ancora abbastanza coraggiosa.»
«Non capisco, perché parli di coraggio? Mi sembra assurdo… piangere è la cosa più facile al mondo.»
«Sembra, vero, ma dipende dalle lacrime. Ci sono anche lacrime difficili, che richiedono coraggio. Del resto senza coraggio cosa fai di fronte al dolore? Scappi.»
«Se hai coraggio invece rimani», dedusse lei.
«Esatto, se hai coraggio, rimani.»
Immagine in apertura di Marcus Bellamy