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Succede sempre qualcosa di meraviglioso di Gianluca Gotto

Recensione scritta da Silvana Pincione

Cosa accade quando in un libro troviamo racchiusi i principi di una filosofia di vita nella quale ci rispecchiamo?
Spesso e volentieri, significa immergerci nel flusso della narrazione con maggiore motivazione e entusiasmo, perché in quella voce riconosciamo anche la nostra. E perché quando il tema di fondo si avvicina così tanto al nostro sentire, il messaggio che ne scaturisce penetra ancora di più in profondità.

Gianluca Gotto nasce a Torino nel 1990. È un nomade digitale, che lavora scrivendo articoli e libri mentre viaggia per il mondo. Sul suo account Instagram e sul suo blog “Mangia vivi viaggia” condivide insegnamenti zen ed esperienze di vita. Oltre a “Succede sempre qualcosa di meraviglioso” (2021), ha pubblicato “Come una notte a Bali”(2019), dove racconta la sua storia, “Le coordinate della felicità” (2020), “La pura vida” (2022), “Profondo come il mare, leggero come il cielo” (2023). 

Quando la vita sorprende

Succede sempre qualcosa di meraviglioso, già dal titolo, ci suggerisce una promessa che il libro si impegnerà a mantenere. Il protagonista, Davide, è un ragazzo dei nostri tempi che lavora, ha una relazione stabile con una ragazza che ama, dei progetti spendibili per un futuro prossimo fatto di bisogni immediati e rassicuranti. Fino al giorno in cui le certezze che credeva di avere si sgretolano rivelando tutta la loro precarietà: perde il lavoro, la ragazza lo lascia, il nonno, a cui lo lega un grande affetto, si ammala senza speranze di guarigione e viene a mancare. Inizia per Davide un periodo buio e nemmeno il nuovo lavoro da runner rappresenta per lui l’occasione per risollevarsi dal baratro, anzi, lo sottopone a continue umiliazioni che non mancano di ricordargli la mediocrità della sua nuova condizione. Ma la scoperta di una lettera che il nonno gli ha scritto prima di morire rimette in moto la ruota delle opportunità nella vita di Davide: il nonno gli chiede di recarsi in Vietnam dove vive un suo amico per consegnargli una busta con un messaggio per lui e l’urna che conterrà le sue ceneri.

Davide si trova così di fronte a un grande dilemma: continuare a percorrere il sentiero di quella vita senza orizzonti che si è ritrovato a imboccare dopo tutte le delusioni e i dolori vissuti nell’ultimo periodo, oppure ascoltare quella voce interiore che, contro qualsiasi richiamo della ragione, gli suggerisce di raccogliere l’appello del nonno e partire alla volta del Vietnam per esaudire il suo ultimo desiderio. Il conflitto è forte, ma alla fine l’istinto ha la meglio, e dopo aver vinto anche le ultime resistenze, Davide decide di partire.

Il viaggio come percorso di rinascita interiore: l’incontro con Gully 

Ma se scopo iniziale del viaggio è di rendere onore alla memoria del nonno tanto amato,  quello che Davide non sa e non può sapere è che la vita per lui ha in serbo molto di più, e che quel viaggio sarà in realtà il ponte che lo traghetterà verso una nuova dimensione, dove il vivere coincide con l’esserci, hic et nunc, e dove l’apparenza lascia il posto all’essenza, la frenesia nevrotica dei ritmi moderni all’intimo piacere di godere delle piccole cose, il lusso alla semplicità, le distrazioni alla connessione con sé stessi. Propedeutico in questo senso sarà l’incontro con Guglielmo “Gully”, l’amico del nonno, che lo accompagnerà in un viaggio on the road alla scoperta degli angoli più suggestivi del Vietnam a bordo di una moto d’altri tempi, come del resto sembra essere lui stesso: un uomo fuori dal tempo, un occidentale che si è stabilito a vivere in quelle terre da anni e che ha assorbito e interiorizzato lo stile comportamentale dei popoli orientali.

Davide rimane affascinato dai modi di Gully, dalla calma che emana ogni suo singolo gesto e dalla sobrietà del suo stile di vita  votato all’essenza e, grazie a lui, si apre a una nuova realtà, lasciandosi trasportare completamente nell’universo di colori, odori e sapori del Vietnam, dalla sua natura brulicante di vita, dalla sua cultura così distante da quella del mondo occidentale, in cui il culto per il superfluo e il materiale ha preso il posto del rispetto per la sostanza e l’essenza delle cose.
Ma ben lontano dal volersi porre nei confronti di Davide come un guru, Gully affianca il protagonista con la perizia di un maestro che crede nelle risorse su cui chi ha accanto può contare per elevarsi da sé. 

Chiesi a Gully spiegazioni, ma lui era un maestro nello schivare le domande. Spesso rispondeva ad una domanda con un’altra domanda, un modo di fare che mi avrebbe innervosito se fosse stato chiunque altro a comportarsi così. Ma lui, con quel costante sorriso e l’aria rilassata, era una persona con cui era impossibile prendersela […]

Mente e corpo sono amici, non in competizione. Quella dei pensieri è una schiavitù. […] Togli la mente dal piedistallo. Ogni volta che ti senti agitato, confuso o arrabbiato, devi allontanarti dalla tua mente.

Nel presente la vera essenza della vita 

La lezione di vita che Davide apprende si condensa qui, nella scoperta che siamo molto di più di quello che crediamo, e che non c’è una dimensione diversa dal presente per diventare consapevoli della nostra essenza, perché è l’unica in cui possiamo avere la contezza di essere connessi con la vita, e immergerci nel suo flusso, nel fiume che scorre, come farebbe un pesce nell’oceano. E di come, per contro, nell’asse del tempo il passato non si possa modificare e il futuro, dovendo ancora accadere, non è altro che un’illusione della nostra mente. 

Non puoi controllare quello che succederà domani. Non puoi controllare quello che è successo ieri. Puoi controllare quello che sta succedendo ora.

Blaise Pascal scriveva che tutti i problemi dell’essere umano nascono dalla nostra incapacità di stare seduti in una stanza vuota per mezz’ora senza fare niente. […] In un mondo sempre più distratto, chi ha dalla sua l’attenzione vede cose che gli altri non vedono. Mentre gli altri soffrono nelle illusioni, chi è concentrato sul presente… diventa illuminato.

L’accettazione tra mindfulness e buddismo: imparare a “lasciare andare”

Nella vicenda, i principi della mindfulness incontrano quelli della religione buddista, senza tuttavia dare al romanzo un’impronta impersonale, saggistica; anzi, è proprio nell’innesto tra l’enunciazione di tali principi – affidati sì alla voce interiore del protagonista, ma soprattutto allo scambio dialogico tra quest’ultimo e il deuteragonista Gully – e l’azione  – che si dipana lungo tutte le tappe del viaggio, nella descrizione suggestiva e scenografica degli ambienti, ma anche nella rappresentazione dell’interiorità del protagonista – che si afferma, in tutta la sua efficacia e funzionalità, la voce narrante.

Con uno stile colloquiale, sobrio che assume i toni del diario quando si tratta di lasciare spazio alle emozioni e ai sentimenti vissuti dal protagonista, l’autore attraverso la vicenda di Davide ci consegna la testimonianza di un cambiamento vissuto come processo di consapevolezza del sé. E difatti al termine del viaggio il protagonista non potrà più essere lo stesso. Funzionale ai fini della sua rinascita interiore, il principio dell’accettazione: intraducibile in italiano nell’accezione resa dalla lingua inglese – dove il concetto rischia di essere confuso con quello di rassegnazione – il termine può essere inteso come il “lasciare andare”: preoccupazioni, ansie, paure, che si legano a una visione della vita – miope e oscurata da lenti deformi – centrata sulle nostre proiezioni di passato e futuro.

[…] Non poteva andare diversamente, altrimenti sarebbe andata diversamente. Doveva andare proprio così. Non ci sono rimpianti, recriminazioni, sensi di colpa. Liberati di questo peso. Lascia andare.

Con Succede sempre qualcosa di meraviglioso Gotto trasmette il messaggio già veicolato da Le coordinate della felicità, fino a amplificarlo all’interno di una prospettiva universale, in cui il senso della vita non coincide con la realizzazione di una serie di tappe ed obiettivi, ma con lo stato d’animo con cui viviamo il percorso istante dopo istante. Perché quello che conta, durante il nostro viaggio, è sentirci “a casa”, dentro noi stessi, sempre. 

Informazioni sul libro

Titolo: Succede sempre qualcosa di meraviglioso
Autore: Gianluca Gotto
Editore: Mondadori
Pagine: 432

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Immagine di Genri Kura

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Tag: , Last modified: 15 Novembre 2024