Quando la morte verrà
come l’orso affamato in autunno;
quando la morte verrà e raccoglierà ogni scintillante moneta dal suo borsello
per comprarmi, e lo richiuderà di scatto;
quando la morte verrà
come una pestilenza;
quando la morte verrà
come un iceberg tra le scapole*,
voglio varcare la soglia piena di curiosità, domandando:
come sarà quel luogo di oscurità?
E per questo guardo ogni cosa
come a una fratellanza e a una sorellanza
e osservo il tempo come se non fosse nient’altro che un’idea
e considero l’eternità come un’altra possibilità,
e penso che ogni vita sia un fiore, una semplice
margherita di campo, eppur peculiare,
e ogni nome sia una gradevole melodia sulle labbra,
che tende, come ogni melodia, al silenzio,
e ogni corpo un leone di coraggio, e qualcosa
di prezioso alla terra.
Quando sarà finita, voglio poter dire: per tutta la vita
sono stata la sposa dello stupore.
Sono stata lo sposo che stringeva il mondo tra le braccia.
Quando sarà finita, non voglio domandarmi
se ho fatto della mia vita qualcosa di speciale, e vero.
Non voglio finire a sospirare spaventata, o presa da mille controversie.
Non voglio ritrovarmi ad aver semplicemente visitato questo mondo.
Mary Oliver, tratto da New & Selected Poems: Vol 1. Beacon Press, Boston
*a raffreddarmi il cuore
Immagine in apertura di Kristine Cinate | Poesia in lingua originale (inglese)